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Non proprio tutti, a sinistra, stanno zitti. A rompere il silenzio sulla maternità surrogata, che è il grande non detto della polemica sul divieto di registrazione all’anagrafe dei figli che vivono con coppie gay, è Luana Zanella, femminista, ambientalista e capogruppo di Alleanza Sinistra e Verdi alla Camera. «È giusto tutelare i diritti dei bimbi di coppie gay, ma anche la sinistra dica “no” alla maternità surrogata», ha detto, ieri, in un’intervista a Metropolis su Repubblica.it. «Il rischio», ha osservato, «è rompere il legame tra madre e creatura, che fonda il diritto stesso». E ha annunciato di stare preparando una proposta di legge sulle adozioni. Zanella, sia chiaro, è d’accordo con il certificato Ue di filiazione, «perché regolamenta una situazione di fatto, però», ha aggiunto, «mettendo sul tavolo dubbi e pericoli sulla gestazione per altri».
Le parole della capogruppo di Avs sono tanto più importanti perché arrivano alla vigilia della manifestazione a Milano, promossa dal sindaco Beppe Sala, in difesa della scelta di contravvenire alla circolare del prefetto che ricordava il divieto di registrare bambini fatti nascere all’estero, appunto con la maternità surrogata (vietata in Italia). Manifestazione a cui parteciperanno tutti i partiti di sinistra, a cominciare dal Pd, con Elly Schlein presente. Zanella ha criticato Sala, perché «non può esserci la discrezionalità di un singolo sindaco su una decisione di questo genere».
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È evidente, ha spiegato, «che il bambino va salvaguardato e questo deve valere dappertutto in Italia. Ma poi il problema è che c’è un grande rimosso: la maternità surrogata. La gestazione per altri va messa sul piatto». E ha invitato la sua parte, la sinistra, a riflettere: «Mi preoccupa per la nostra civiltà giuridica il rischio di non salvaguardare la relazione tra madre e creatura, che viene prima del diritto e che deve essere fondatrice del diritto. È questo il tema su cui tutti, anche la sinistra, dobbiamo ragionare».
E ha aggiunto che, a suo dire, va riconosciuta «una differenza tra la madre lesbica che consente alla compagna di essere la co-madre» e «invece il riconoscimento di co-paternità», che «deve avere meno automatismo». Ed è tornata a sollecitare la sinistra a «sollevare un dibattito a partire da una condivisione: siamo tutti contro il mercato della “gpa” in cui si lucra sul desiderio di essere madri e padri e sul bisogno di denaro di donne, soprattutto le più povere». Riflessioni che, però, con rare eccezioni di una parte del femminismo italiano, non trovano molto ascolto a sinistra (a differenza di altri Paesi, dove molti ambienti progressisti condannano la maternità surrogata).
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Basti dire che per il leader di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, «le posizioni di questo governo e della destra», su questo tema, «fanno schifo, perché la si può pensare in ogni modo, ma c’è una cosa che non può essere consentita a nessuno, quella cioè di colpire i diritti di bambini che esistono, che sono li in carne ed ossa. E che vanno rispettati». Poi, certo, «possiamo discutere nel merito ma non negando i diritti di questi bambini». Altra timida voce che prova a dissociarsi dalla lettura dominante è quella di un consigliere regionale di Bologna, Giuseppe Paruolo, approdato al Pd dai Democratici di Romano Prodi e dalla Margherita. «Colpisce leggere di posizioni che mirano a rassicurare “i cattolici” sulla possibilità di restare nel Pd a guida Schlein mantenendo un margine di manovra politica, senza entrare nel merito delle questioni», ha detto ieri ha proposito di un documento scritto da docenti universitari che sostiene ci siano ancora spazi di agibilità per i cattolici nel Pd. «Chiaro», continua Paruolo, «che su ambiente e lavoro non vedo problemi insormontabili, ma ci sono altri temi su cui un eccesso di arrendevolezza proprio da parte di chi avrebbe dovuto difendere determinati valori ci ha portato in una situazione in cui il dubbio di riuscire a rappresentarli efficacemente nel Pd esiste». E ha citato proprio la maternità surrogata: «Ai professori chiederei come la pensano su questo argomento, sempre che trovino utile esporsi anche su argomenti che potrebbero imbarazzare chi tira le fila nel partito». Domanda a cui nessuno, finora, ha risposto.