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Governo Meloni, Sallusti: la regola del cinque. Incidenti sempre possibili, ma...

Alessandro Sallusti
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C’è una novità: non poco subito ma tanto, almeno il giusto, facendo le cose nei tempi e nei modi necessari. È questo il senso della delega fiscale approvata ieri dal governo e che presto inizierà il suo iter in parlamento. Due anni è il tempo che ci si dà per mettere a regime una vera e profonda rivoluzione nell’attuale ginepraio delle tasse, rivoluzione che ha come obiettivo una sensibile diminuzione del carico fiscale su aziende e famiglie.

Il segnale politico è chiaro: questa maggioranza ha l’intenzione di governare a lungo, non di bruciarsi con fuochi pirotecnici che lasciano il tempo che trovano. L’occhio non è ai sondaggi settimanali bensì al portafoglio degli italiani, il metodo è quello di creare le condizioni nei conti dello Stato per rendere le cose possibili, non quello di illudere – come per esempio hanno fatto Giuseppe Conte e la sinistra - che da qualche parte esista un pozzo di San Patrizio da cui ognuno può attingere gratuitamente per qualsiasi necessità, dall’essere pagati per non lavorare al ristrutturare casa gratis (e mettiamoci pure la bicicletta e il monopattino a spese della collettività). 

 

Cinque anni è l’orizzonte che interessa a questo governo, sembrano tanti ma sono un battito di ciglia se l’obiettivo è sterzare in corsa la direzione di un Paese complesso come l’Italia per di più appesantito da dieci annidi errori di governi con il fiato corto in costante emergenza e disperato bisogno di consenso a breve per sperare di non perdere il giro. Consenso che ovviamente non è arrivato. In dodici anni si sono succeduti otto governi, sette premier (Conte ha fatto il bis) e sei maggioranze diverse praticamente mai omogenee e tantomeno decise dagli elettori nelle urne. Un bordello politico che ha paralizzato il Paese, fatto marcire i problemi, reso impossibile qualsiasi riforma.

 

Toppe e mance, mance e toppe: questa purtroppo è stata la nostra recente storia di governo. Ora si guarda avanti: due anni per cambiare il fisco, più o meno altrettanti per vedere i primi passi del ponte di Messina. E poi la giustizia, le pensioni e tutto il resto. Non sto dicendo che sarà facile, gli incidenti sono sempre dietro l’angolo, dico che questa di un governo eletto e unito è l’unica strada possibile.

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