Giorgia Meloni dalla Cgil, "cosa le tiriamo addosso"
Alle 12 Giorgia Meloni salirà sul palco della Cgil ma il popolo del sindacato rosso è già pronto ad accoglierla con bordate di fischi e, forse insulti. Un centinaio di peluche colorati guidati da Peppa Pig , già simbolo della protesta Lgbt+ anti-Meloni, con al collo un fazzoletto con la scritta "mai più fascismo" davanti a uno striscione che ricorda le "Radici del sindacato" metalmeccanici. Il tutto al suono dell'immancabile Bella ciao. E' questo, richiamando la protesta già messa in atto a Cutro dopo la strage degli immigrati, il cuore del presidio che la minoranza Cgil guidata da Eliana Como sta svolgendo davanti alla porta del Palacongressi di Rimini dove sta andando in scena il congresso della Cgil. Ieri, sullo stesso palco, erano saliti Elly Schlein, Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni e Carlo Calenda, sotto lo sguardo benevolo del segretario Maurizio Landini. Tutte le opposizioni unite (si fa per dire) sotto il nome di "coordinamento anti-Papeete". Calenda ha ricevuto parecchi fischi dalla platea. Nulla, probabilmente, a quello che attende la premier e leader di Fratelli d'Italia.
Davanti al centro congressi campeggia non a caso un secondo striscione, ancora più esplicito: "Meloni: non nel nostro nome - Cutro: strage di stato!". Una quarantina di delegati animano la protesta intonando altre canzoni di lotta partigiana e srotolando via via altri striscioni contro il governo. "Al fianco di chi lotta", si legge. I peluche troveranno poi posto nelle prime fila dell'immensa platea del Palacongressi appena sotto il palco dal quale parlerà Meloni; "una sorta di memento", spiegano gli organizzatori che comunque lasceranno la sala per non ascoltare l'intervento della premier inviata da Landini. Nel giro di poco comunque il centinaio di peluche è dimagrito notevolmente: i delegati anche quelli non dell'opposizione, ne prendono uno come simbolo della protesta per portarli all'interno della sala congressuale per poggiarli sui tavolini. "Non si tirano i peluche ", si raccomanda ridendo la Como a chi li raccoglie.