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Meloni contro Schlein, "fine partita". Sallusti: come finirà

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Giorgia Meloni ha tenuto il suo primo question time, la prassi parlamentare per cui il Presidente del Consiglio si presenta in Parlamento – ieri era alla Camera – per rispondere a una raffica di domande, le “questioni”, sui temi di attualità. Nel merito trovate all’interno ampio resoconto, la sintesi è che Giorgia Meloni ha fatto Giorgia Meloni, ha tenuto il punto in modo granitico sulla linea del governo. Provo a riassumere: onorevoli colleghi dell’opposizione, ho vinto le elezioni, ho una maggioranza, che vi piaccia o no faccio e farò ciò che io e i miei alleati abbiamo promesso agli elettori. Chi si illudeva che il governo si fosse intimorito di fronte alle quotidiane polemiche e ai continui attacchi delle opposizioni e dei loro mezzi di informazione non può che essere rimasto deluso. Dalle politiche sull’immigrazione a quelle sull’economia e sul lavoro, la premier andrà avanti come un treno sui binari segnati. E lo ha detto chiaramente anche ad Elly Schlein nel primo atteso faccia a faccia pubblico.

 

 

 

Da lei interpellata sul problema dei bassi salari, Giorgia Meloni ha risposto: «È vero, c’è un grosso problema figlio di politiche sbagliate in dieci anni di governi della sua sinistra, ora ci siamo noi e vedremo di sistemare le cose». Uno a zero, palla al centro. Anzi, fine della partita perché almeno al momento il divario tra le due prime donne d’Italia, ieri lo si è visto plasticamente, è tale da non immaginare rivincite.

 

 

 

 

Posso sbagliarmi, ma la tecnica della spallata quotidiana per sfondare il governo non funziona e non funzionerà. L’opposizione ha il diritto e dovere di criticare la maggioranza, è lì per quello, non di urlare ogni giorno al golpe se la maggioranza fa la maggioranza. Per di più, ed è paradossale, se a farlo sono partiti che denunciano inefficienze che loro hanno creato negli anni scorsi quando nella stanza dei bottoni ci stavano loro.

 

 

 

È un po’ come se la squadra sonoramente sconfitta pretendesse di spiegare alla vincente come si fa a vincere. Le sinistre se ne facciano una ragione: questo governo andrà in difficoltà solo se non farà quelle politiche di destra per cui è stato votato. Chi vorrebbe altre politiche si organizzi e provi a vincere le prossime elezioni, cioè ne riparliamo tra cinque anni. Auguri. 

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