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Meloni ai familiari delle vittime di Cutro: "Anch'ìo sono madre"

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"Anch'io sono una madre". Si commuove Giorgia Meloni, nell’incontro blindato con i familiari delle vittime di Cutro, questa mattina 16 marzo a Palazzo Chigi. Quando, più volte, i parenti di chi ha perso la vita in questa tragedia si appellano al suo ruolo di madre, lei conferma che sì, ha una figlia di 6 anni, e sul suo volto si fa largo la commozione. Chiede cosa possa fare concretamente per aiutarli, loro chiedono innanzitutto che i corpi che il mare non ha ancora restituito continuino a essere cercati. Anche quelli incagliati in quel che resta di quel caicco finito in fondo al mare. Un impegno che il presidente del Consiglio assume. Poi qualcuno chiede una mano concreta sui ricongiungimenti, per consentire a chi è sopravvissuto a quel dramma ma nella strage dei bambini ha perso le persone più care di raggiungere i parenti che vivono in Europa, e poter ricominciare a vivere. 

 

 

Meloni non ha assunto impegni - "non posso farlo a nome di altri Paesi" - ma si è impegnata a veicolare la loro richiesta ai leader europei che incontrerà la settimana prossima a Bruxelles. E quando chiede loro se siano consapevoli dei rischi legati alle traversate nel mar Mediterraneo, si sente rispondere dagli afghani presenti che loro sono stati abbandonati in un Paese dove non si può vivere, dal quale è naturale desiderare fuggire. Ma il clima viene descritto disteso, tanto che al termine dell’incontro scatta anche qualche selfie, strette di mano e rassicurazioni sulle richieste avanzate.

 

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