Lucia Annunziata, "chiamiamolo così". Microfoni accesi, il piano-Schlein
"Chiamiamolo il coordinamento anti-Papeete". La moderatrice d'eccezione Lucia Annunziata congeda così Elly Schlein, Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni e Carlo Calenda, tutti intervenuti sullo stesso palco al Congresso della Cgil a Rimini insieme al segretario del sindacato rosso Maurizio Landini. Sulla carta, doveva essere il trampolino di lancio di una opposizione unita, ma forse la battuta finale della Annunziata è un lapsus rivelatore: Pd, M5s, Sinistra italiana, Terzo polo e Cgil possono essere uniti solo contro Giorgia Meloni e Matteo Salvini.
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A rendere plastica la frattura nel centrosinistra sui temi e sui programmi è stato Calenda, vero e proprio grillo parlante che vestiva i panni del bastian contrario, non a caso spesso fischiato dalla platea (con grande gusto dello stesso leader di Azione). La Schlein non molla e chiede ai colleghi di rivedersi, "lontano dalle telecamere, anche in piazza", per continuare il confronto "anche a costo di stare chiusi in una stanza fino a uscirne con una posizione comune". Impresa quasi impossibile.
Non è un caso che sempre Calenda, in conclusione, riassuma l'unica opzione al momento sul tavolo. In Parlamento "arrivano robe che sono blindate e chiuse. Possiamo metterli in difficoltà sulla battaglia sulla sanità. Io vi propongo di dire da domani: 10 miliardi li mettiamo su questo. Con questa roba la spacchiamo la maggioranza. Se facciamo battaglie di minoranze e mettiamo le bandierine, questo governo paradossalmente uscirà rafforzato". Cosa possa accadere se poi questa Armata Brancaleone di sinistra debba studiare una vera proposta di governo, non è ancora dato sapere. Tu chiamali, se vuoi, dettagli.