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Schlein, il salario minimo? Una follia: come vuole rovinarci

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Aumentare i salari dei lavoratori italiani è un obiettivo comune a tutte le forze politiche. Ognuna però propone una soluzione diversa e trovare una sintesi è davvero difficile. Ad esempio uno dei cavalli di battaglia di Elly Schlein è il salario minimo: “Sotto una certa soglia non si può parlare di lavoro perché è sfruttamento. Io sono disposta da subito a ragionare su come cambiare la nostra proposta e trovarne una unitaria”, ha dichiarato dal palco del congresso della Cgil, rivolgendosi anche a Giuseppe Conte e a Carlo Calenda. 

 

 

"Ci batteremo perché ci sono più di tre milioni di lavoratori che sono poveri anche se lavorano - ha sottolineato la nuova segretaria del Pd - per questo mi sono sentita di porre il tema ieri all'attenzione del governo e della presidente Giorgia Meloni: non possiamo più accettare, tanto più in una situazione di alta inflazione e rischio di potere d'acquisto delle famiglie, salari così bassi e contratti così precari. Quindi - ha aggiunto - accanto al salario minimo la battaglia per la legge sulla rappresentanza che spazzi via i contatti pirata e quella per riuscire a limitare finalmente i contratti a termine che condannano alla precarietà moltissimi giovani e donne di questo Paese”.

 

 

L’eventuale introduzione di un salario minimo potrebbe però avere delle controindicazioni, come fatto notare da Alessandro Cattaneo, capogruppo di Forza Italia alla Camera: “Aumentiamo davvero le retribuzioni o possono esserci distorsioni per cui, paradossalmente, la media potrebbe abbassarsi? L’80% dei contratti degli italiani rientrano nella contrattazione collettiva, tanto è vero che anche i sindacati sono freddi al riguardo. Se il salario minimo impone una cifra inferiore al minimo del contratto collettivo, può esserci un incentivo per qualche blocco imprenditoriale a uscire dalla contrattazione collettiva e ad andare verso il salario minimo”. 

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