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Donzelli, il Giurì d'onore sul caso Cospito: ecco la relazione finale

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Tanto ha fatto la sinistra che alla fine il caso Donzelli si è rivelato inesistente. Sì, perché su Giovanni Donzelli Pd e compagni hanno sollevato una vera e propria bufera. Il motivo? Le parole pronunciate in Aula della Camera su documenti che dimostrerebbero contatti in carcere tra l'anarchico Alfredo Cospito, sottoposto al regime duro del 41 bis, con esponenti della 'Ndrangheta e della Camorra. Durante il discorso il deputato di Fratelli d'Italia ha contestato la visita che lo scorso 12 gennaio alcuni parlamentari dem, guidati dalla capogruppo Debora Serracchiani, hanno fatto proprio all'anarchico in sciopero della fame.

A quel punto il Pd si è scatenato: prima ha chiesto le dimissioni da vicepresidente del Copasir, poi ha invocato un'informativa urgente del ministro Carlo Nordio e la convocazione del Giurì d'onore. Risultato? Il Giurì d'onore si è espresso: "Nel corso dell'audizione, il deputato Donzelli ha evidenziato come i deputati Serracchiani, Lai e Orlando fossero sicuramente interessati alla salute e alle condizioni di detenzione del Cospito ma che a suo avviso il contesto precedente e successivo alla visita abbia potuto avere, anche indirettamente, l’effetto dell'incoraggiamento sul Cospito".

Per questo - prosegue la commissione d'indagine composta da uno o più membri e nominata dal Presidente della Camera - la commissione ha preso atto che, secondo quanto affermato in audizione, le parole utilizzate nel suo intervento in aula, seppure con toni che appaiono politicamente aspri, intendevano essere testimonianza di una preoccupazione riguardo ad eventuali effetti indiretti su un affievolimento dell'istituto di cui all'articolo 41 bis nei confronti del Cospito pertanto non lesive dell’onorabilità dei deputati Lai, Serracchiani e Orlando". Una vera e propria batosta per il Pd.

 

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