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Marcello Sorgi attacca Crosetto: "Propaganda". Che autogol...

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Anche Marcello Sorgi, con durezza per lui insolita, se la prende con Guido Crosetto. Il ministro della Difesa non è mai citato nell'editoriale dell'ex direttore sulla Stampa, ma gli strali per la vicenda del gruppo Wagner in Africa sono rivolti proprio a lui. Il veleno, come suol dirsi, è nella coda. Dopo aver passato in rassegna le bucce di banana calpestate più o meno maldestramente dai collaboratori di Giorgia Meloni, tra gli "svarioni che minano il governo" Sorgi inserisce proprio la denuncia di Crosetto, definita "il colpo di scena sulle strategie della Brigata Wagner per riempire l'Italia di immigrati clandestini".

 

 

 

"Se era una rivelazione dei servizi segreti, che ragione c'era di trasformarla nell'ultima occasione di propaganda quotidiana?", domanda polemicamente la penna del quotidiano torinese diretto da Massimo Giannini. Per la cronaca, nelle stesse ore in cui Sorgi vergava queste righe il Foglio diretto da Claudio Cerasa mandava in stampa la notizia, esplosiva, secondo cui la Russia di Vladimir Putin avrebbe posto una taglia di 15 milioni di dollari sulla testa proprio di Crosetto. Tempismo piuttosto sfortunato e infelice, quello del notista politico.

 

 

 

Per il resto, Sorgi se la prende con il manager Anastasio che si è dovuto dimettere dalla presidenza della partecipata 3-I, dove era stato nominato dal governo, per aver scritto una mail ai membri del CdA in cui ironicamente (e in maniera del tutto fuori luogo) citava le parole con cui Benito Mussolini aveva commentato la morte del socialista Giacomo Matteotti. Un fattaccio che, suggerisce l'editorialista, ripropone "il problema della classe dirigente che Meloni si è portata dietro" e che "quasi ogni giorno dà prova di sé, con la conseguenza che il lavoro della presidente del Consiglio per legittimare se stessa e il gruppo di collaboratori a lei più vicini deve ogni volta ripartire da capo".

 

 

 

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