Bonaccini, "contorno fascista". Stile Schlein contro la Meloni
"Giorgia Meloni non è fascista ma purtroppo un po' di contorno che ha lo è". Stefano Bonaccini, eletto di fresco presidente del Pd, ci ha messo pochissimo ad adeguarsi al nuovo stile democratico modello Elly Schlein. Ospite di Giovanni Floris a DiMartedì su La7, in collegamento, il governatore dell'Emilia Romagna attacca la premier sul caso di Claudio Anastasio, il manager che si è dimesso dopo che Repubblica lo aveva accusato di essere "ispirato" da Benito Mussolini. "Credo che sia compito di Giorgia Meloni risolvere tutto questo perché questo davvero ci fa vergognare", incalza Bonaccini.
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Anastasio, come detto, si è dimesso da presidente di 3-I, società pubblica creata nel dicembre 2022 per gestire il software di Inps, Istat e Inail. Repubblica aveva pubblicato una sua mail al CdA in cui parafrasava il discorso del Duce relativo all'omicidio del socialista Giacomo Matteotti. "Ma poi, o signori, quali farfalle andiamo a cercare sotto l’arco di Tito? Ebbene, io dichiaro qui, al cospetto di Voi, e al cospetto di tutto il governo italiano, che assumo (io solo!) la responsabilità di 3-I (politica! morale! storica!) di tutto quanto è avvenuto. Se le frasi più o meno storpiate bastano per impiccare un uomo, fuori il palo e fuori la corda! Se 3-I è stata una mia colpa, a me la responsabilità di questo, perché questo clima storico, politico e morale io l’ho alimentato nel mio ruolo".
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Bonaccini è anche tornato sull'assetto interno al Pd: "Noi abbiamo una segretaria, si chiama Elly Schlein, hanno deciso gli elettori. Credo però che anche per il largo consenso che ho ricevuto - maggioritario tra gli iscritti, poco meno del 50% tra gli elettori - ho la responsabilità e il dovere, credo e spero insieme a tutti quelli che mi hanno votato, di dare una mano alla neo segretaria Schlein, di togliere le magliette dei tifosi delle primarie indossare l'unica maglietta che oggi dobbiamo indossare che è quella del Pd perché gli avversari stano a destra, non dentro di noi".
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