Pd, Loredana Capone: "Come devono chiamarmi", imbarazzo-Schlein
Oltre alle donne, nel Pd di Elly Schlein, non sembra esserci molto altro. Almeno a giudicare dalla reazione monotematica di Loredana Capone, eletta dall'Assemblea dem vicepresidente del Partito in coppia con Chiara Gribaudo. Due donne, ovviamente, a "marcare a uomo" Stefano Bonaccini, piazzato alla presidenza in quanto sconfitto alle primarie. Entrambe, Capone e Gribaudo, fedelissime della Schlein. E' il nuovo corso, che la Capone ha definito parlando di "sorellanza".
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Intervistata da Repubblica, la politica pugliese parla di "incredulità" come prima sensazione provata dopo la nomina. "È uno di quei giorni che non dimenticherò, che riempiono il cuore e danno una grande responsabilità. Si sta aprendo un nuovo corso in cui le donne stabiliscono un patto di sorellanza tra di loro e con gli uomini. Il volto del Pd è cambiato con più donne e più uomini nell'Assemblea e negli organismi dirigenti".
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Merito di Schlein? "Elly non pensa di avere raggiunto il risultato ma di includere le altre donne e i giovani, coloro che sono rimasti fin qui esclusi dai vertici. Nessuno deve restare indietro nella società, e neppure nel Pd". Capone poi aggiunge: "Sono la prima presidente donna del consiglio regionale in Puglia, le mie prime tre figlie sono nate mentre lavoravo come avvocata e amministratrice. I sacrifici sono stati tantissimi, ma anche la gioia di riuscire a conciliare, grazie anche a mio marito, il mio principale sostenitore. Proprio perché so quante difficoltà devono superare le donne, il mio impegno è per le altre donne con proposte di legge e incentivi per chi vuole intraprendere una attività autonoma, ad esempio. Le donne devono lottare per le altre donne". "L'orgoglio di farmi chiamare 'la presidente' - sottolinea - non è solo una formula linguistica, ma significa mostrare che una donna ce l'ha fatta a ricoprire un ruolo politico importante. Ce la possiamo fare, spesso quando non ci vedono arrivare. All'atteggiamento misogino bisogna rispondere così".