Cerca
Cerca
+

Salvini e Meloni, barbarie di sinistra: cos'è successo veramente al compleanno

  • a
  • a
  • a

Va bene tutto, ovvio che l’opposizione faccia il suo mestiere di opporsi, ma opporsi a una banale e sobria festa di compleanno è qualche cosa che esula dalla politica e che dà la misura della barbarie in cui le sinistre si sono rifugiate dopo la batosta elettorale. Succede che giovedì scorso Matteo Salvini ha compiuto cinquant’anni, un compleanno speciale nella vita di un uomo, un simbolico spartiacque della vita.

 

 

 

Bene, quel giorno Salvini lo ha passato interamente a Cutro a provare a sbrogliare, insieme a tutto il governo, la difficile e delicata matassa del disastroso e noto naufragio. Poi, rientrato a Roma, si è occupato di organizzare, insieme ai ministri interessati, il salvataggio di oltre mille immigrati che si stavano avvicinando alle nostre coste. Giorgia Meloni invece, oltre che a Cutro, nei giorni scorsi era stata prima in India e poi negli Emirati Arabi a occuparsi di trattati utili al Paese e alle nostre aziende.

 

 

 

Succede che arriva il venerdì sera, i palazzi della politica smobilitano dagli impegni ufficiali e qualcuno organizza nel Comasco una cena per fare gli auguri a Salvini, cena a cui a sorpresa partecipano sia Giorgia Meloni che Silvio Berlusconi, cosa che dà l’idea più di tante chiacchiere di quanto sia falsa la narrazione che vuole i tre separati in casa tipo parenti serpenti. Insomma, c’è stata una semplice cena tra amici per una occasione speciale. In fondo alla sala un pianista ha intrattenuto con discrezione gli ospiti, e a un certo punto Salvini e la Meloni gli si sono avvicinati e hanno intonato, meglio dire stonato, uno dei brani preferiti dal leader della Lega.

 

 

 

Del fatto c’è un documento fotografico che diventa pietra dello scandalo: ma come - strepitano dall’opposizione - della gente muore in mare e questi cantano. Sì, hanno cantato, come - mi dicono i colleghi- cantano i soldati sul fronte ucraino nei rari momenti di quiete seppur circondati da cadaveri, come gli italiani hanno cantato dai loro balconi nei giorni tristi della strage di Covid. Si canta anche quando la gente muore, non è reato né offesa. E allora lo dico senza giri di parole: questi di sinistra che vorrebbero impedire a chicchessia di avere un momento di vita privata sono un cancro della società per fortuna di tutti estirpato dagli elettori. 

Dai blog