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Giuseppe Conte, la legge ammazza-Renzi: ridotto in miseria?

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Matteo Renzi è finito nel mirino di Giuseppe Conte, che è il primo firmatario della proposta di legge per bloccare conferenze e consulenze dei parlamentari con gli Stati esteri. È chiaro l’intento di bloccare una delle principali fonti di reddito del leader di Italia Viva, che nel 2011 aveva dichiarato la bellezza di 1,1 milioni di euro di guadagni per essersi prestato come consulente all’Arabia Saudita sulla costruzione di città green. 

 

 

Se la proposta di legge dovesse passare, Renzi sarebbe costretto a fare una scelta: rinunciare al posto in Senato oppure alle consulenze pagate a peso d’oro. A quanto pare “impoverire” l’ex premier è una priorità per il Movimento 5 Stelle e in particolare per Conte, anche se poi lo stop di svolgere consulenze e lavori retribuiti all’estero andrebbe a colpire tutti. Al momento il divieto riguarda soltanto partiti e movimenti politici, per questo i grillini vogliono allargarlo anche a deputati, senatori e consiglieri regionali. 

 

 

Il testo è composto da 18 articoli, ma il più significativo è il quindicesimo, definito comma anti-Renzi: “I membri del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati - si legge - i presidenti delle regioni e i componenti delle giunte regionali non possono accettare, durante il proprio mandato e nell’anno successivo alla cessazione dello stesso, contributi, prestazioni o altre utilità di valore complessivo superiore a 5.000 euro in ragione d’anno erogate, anche indirettamente, da Governi o da enti pubblici di Stati esteri o da persone giuridiche aventi sede in uno Stato estero non assoggettate a obblighi fiscali in Italia”.

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