Cutro, striscioni e peluche: il flop della protesta in piazza
Uno striscione con la scritta “Non nel mio nome”. Alcuni peluche gettati a terra, per simboleggiare i bambini morti nel naufragio. Qualche coro - «Assassini!» all’arrivo dei rappresentanti del governo. In totale, una ventina di persone in piazza a Cutro contro il governo. Più numerosi i cittadini accorsi per vedere l’arrivo dei ministri, e per applaudire il presidente del Consiglio. Sabato pomeriggio è prevista una nuova manifestazione nazionale dal titolo "Fermate la strage, subito", organizzata dal tavolo Asilo e immigrazione, dalla rete 26 Febbraio, dalle ong impegnate in operazioni di ricerca e soccorso, sindacati e tante altre associazioni locali e nazionali.Previsto se non altro un numero maggiore di presenti.
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Gli abitanti accorsi ieri in piazza hanno spiegato così la loro presenza: «Questa è una terra di emigrati e sappiamo cosa vuol dire lasciare la propria terra. La nostra è una manifestazione pacifica ma non ci vogliono qui, nonostante il permesso della questura. Vogliono relegarci in un vicolo ma non ci sposteremo. Dovranno prenderci di peso». Secondo i presenti, «la drammatica assenza di canali sicuri e legali di accesso al territorio europeo obbliga chi fugge da guerre, persecuzioni e povertà a rischiare la vita. L’obiettivo è sollecitare un'inversione di rotta delle politiche migratorie in Italia e nell’Unione europea». Alcuni hanno lanciato dei peluche contro le auto del governo.
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Intanto, giovedì mattina sono apparse alcune scritte contro il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi sui muri di Cutro. I messaggi: «Cutro non difende Piantedosi» e «Il governo arriva, i morti rimangono». Nel giro di poche ore le scritte sono state cancellate. Nel frattempo, ieri sono state trasferite in Emilia-Romagna le prime bare di alcune vittime, i cui famigliari hanno dato il via libera alla sepoltura nel cimitero islamico di Bologna.
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La sepoltura si terrà oggi pomeriggio alle 15 in forma privata. Le esequie saranno officiate da Yassine Lafram, presidente dell'Unione delle Comunità islamiche d'Italia (Ucoii); alla cerimonia parteciperà anche Matteo Lepore, sindaco di Bologna, e Igor Taruffi, assessore emiliano-romagnolo alle Politiche per l’immigrazione. I famigliari sono stati accolti in una struttura ricettiva messa a disposizione dal Comune di Bologna.
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