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Travaglio punta a destabilizzare la Calderone: tutte le balle del Fatto

Marco Rocchi
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Vai a toccare il reddito di cittadinanza, feticcio elettorale a cinque stelle, e Travaglio si sguinzaglia furente. Abbaiando, mordendo e ballando su quelli che il Fatto, di fatto house organ pentastellato, vorrebbe fossero i cadaveri (politici, ovviamente) degli avversari. Fatto sta che dal 17 febbraio i cannoni mediatici dei giornalisti-giustizia-fai-da-te sono puntati sulla ministra del Lavoro, Marina Calderone, peraltro già da tempo sotto scorta. Cani da guardia senza occhi di riguardo che si fanno più famelici e morbosi se l’operato dell’esponente di governo sotto la lente va ben oltre l’incarico ministeriale. L’obiettivo è la delegittimazione totale. Noi invece vogliamo restare ai fatti, quelli veri. Al centro del contendere il ruolo precedente di Calderone, a capo del Consiglio Nazionale dell’ordine dei Consulenti del Lavoro e il rapporto con la Link Campus University, dove la ministra si è effettivamente laureata. Qualcuno, però, forse per creare il caso, mezzora dopo l’annuncio dell’incarico, ha hackerato la pagina Wikipedia (peraltro non gestita dallo staff della ministra) inserendo una laurea in realtà mai conseguita a Cagliari, quasi a voler favorire, guarda un po’, il successivo sedicente scoop del Fatto.

 

 


Così da poter dire: vedete? Hanno provato a imbrogliare persino Wikipedia pur di nascondere (gli inesistenti) conflitti di interesse. Si interroghi dunque. Sull’intricato nodo è chiamata a rispondere la Presidenza del Consiglio dei Ministri destinataria delle domande grilline. Solo per questo risponderà Mantovano e non la ministra che non sta scappando affatto. Difficile? No, se a dominare le accuse non fossero i retropensieri trasformati in certezze. Tipo quella sull’investimento di 15 milioni, da parte di Enpacl (Cassa di Previdenza dei Consulenti del lavoro), nel fondo immobiliare “Sant’Alessio”, fondo che fa capo al Centro regionale Sant’Alessio, storica azienda di riabilitazione per ipovedenti della Regione Lazio. Un investimento rivelatosi poi assennato da cui Enpacl ha già incassato proventi per circa 700mila euro (circa il 4,3% dell’investimento effettuato).

 

 


Nel mirino del Fatto anche le borse di studio che Enpacl avrebbe finanziato alla Link per un milione di euro. Peccato che l’Ente, come tutti gli altri simili, finanzia annualmente borse di studio in tante e diverse università italiane da Alma mater di Bologna alla Bocconi di Milano, dalla Lumsa di Taranto fino alla Link. A corredare il ritratto da dark lady truffaldina della ministra, il mefistofelico sdoppiamento fittizio della Fondazione Studi del Consiglio nazionale dell’Ordine dei consulenti del lavoro (di cui Calderone è stata presidente dal 2005 al 2022) che sarebbe stato trasformato in srl per licenziare meglio. Peccato che anche questa sia una balla. O meglio: La srl esiste per gestire gli aspetti commerciali che la Fondazione (no profit) non potrebbe gestire. Di nuovi licenziamenti neanche l’ombra. Solo tre negli ultimi vent’anni. Per concludere non potevano mancare le spese pazze della ministra. A quanto ci risulta, però, non vi sono indagini della Corte dei Conti né fascicoli aperti da procure. Solo un buffet di Natale organizzato dalla ministra e pagato di tasca sua. 

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