Giuseppe Conte? Perché il vero coniglio è il leader del M5s
È un po’ la storiella del bue che dà del cornuto all’asino. Anche se qui, in realtà, si parla di conigli. Già, perché martedì, alla Camera, la grillina Vittoria Baldino ha attaccato a testa bassa sul tema migranti: «È noto che l’autorità nazionale responsabile dell’esecuzione della convenzione Sar è il ministro dei Trasporti. Quindi la domanda politicamente più corretta è: dov’è Matteo Salvini? Perché continua a scappare dal parlamento come un coniglio e non si assume le sue responsabilità? Venga a rispondere, altrimenti si guardi allo specchio e si dimetta».
Sorvoliamo sul fatto che Salvini è così diventato il decimo ministro di cui i giallorossi hanno chiesto (inutilmente) le dimissioni in meno di cinque mesi. E sorvoliamo pure sul fatto che dare del “coniglio” all’avversario è una cosa che di solito si fa allo stadio e non a Montecitorio. Ma pazienza. Perché il nodo vero, ascoltando le parole della Baldino, è politico. È molto strano, infatti, sentire un esponente dei Cinque stelle che accusa qualcuno di «continuare a scappare dal parlamento come un coniglio», visto che il leader M5S, Giuseppe Conte, quando era al governo si è distinto anche per la poca considerazione verso Camera e Senato.
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Il caso di cui si è discusso di più è stato il largo uso fatto da Conte dei cosiddetti “dpcm”, ovvero i decreti del presidente del Consiglio (una ventina quelli relativi all’emergenza Covid). Ma l’esecutivo giallorosso, alla faccia del Parlamento, ha fatto ampiamente ricorso ai decreti legge su qualsiasi materia. Se il primo posto, in questa classifica, spetta al governo Draghi (3,26 decreti al mese), al secondo posto, dati di Openpolis.it, c’è proprio il Conte bis (3,18 decreti al mese). L’ex avvocato del popolo, infine, è stato accusato più volte di scappare dal Parlamento anche sui migranti.
Nell’agosto del 2018 lo aveva ad esempio criticato il Pd per il caso della nave Diciotti («Perché Conte scappa? Venga subito in Aula...»), mentre nel settembre 2020 era stato contestato davanti a Palazzo Chigi da un gruppo di parlamentari leghisti con tanto di cartelli “stop invasione”: «Non vuole venire in Parlamento, è un presidente del Consiglio in fuga». Insomma, se i grillini cercano dei «conigli»...
"Coniglio, dimettiti!". Porcheria grillina, Baldino insulta Salvini in aula