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M5s, Donatella Bianchi si dimette a tempo record: torna in Rai?

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Tante promesse andate a vuoto, Donatella Bianchi si è dimessa. La candidata del Movimento 5 Stelle alla presidenza della Regione Lazio ha rinunciato all'incarico di consigliera regionale. Al suo posto Adriano Zuccalà. La giornalista Rai ha gettato nel cestino gli oltre 7 milioni di voti (prima degli eletti della lista grillina) ed è tornata da dove è venuta: a Linea Blu. La notizia è stata data dalla diretta interessata tramite una lettera al Consiglio della Pisana. Già durante le elezioni la Bianchi aveva lasciato intendere che qualora non fosse stata eletta governatrice non sarebbe rimasta nell’opposizione, ma avrebbe rinunciato all’incarico per tornare in tv. Nel frattempo, il suo posto all’interno del Consiglio Regionale verrà affidato all'ex sindaco di Pomezia sfiduciato nel 2022. 

 

 

E chi credeva che la giornalista avrebbe dato uno scossone alla Regione, ora deve ricredersi: "Rispettiamo la decisione di Donatella Bianchi di dimettersi da consigliera regionale e la ringraziamo per l'energia e la passione che ha dimostrato durante la campagna elettorale", fanno sapere in una nota i neo eletti consiglieri regionali del Lazio, Valerio Novelli, Roberta Della Casa, Marco Colarossi e Zuccalà. "La sua candidatura di servizio a capo di una coalizione - aggiungono -, è stata una scelta che abbiamo apprezzato e le auguriamo che la strada professionale che ha deciso di continuare a percorrere sia ricca di soddisfazioni". 

 

 

Eppure il ritorno a Viale Mazzini scatena non qualche polemica. Dalle fila del governo è Maurizio Gasparri a gridare allo scandalo: "Leggo con sorpresa che Bianchi, già conduttrice di programmi televisivi Rai e poi candidata alla presidenza della regione Lazio da parte dei grillini, si sarebbe dimessa da consigliere regionale. In questo modo non rispetta gli elettori, benché non numerosissimi, che l'avevano votata. Dimostrando come lei e i grillini interpretino la democrazia. La linea sarebbe: partecipo e se non ottengo quello che voglio rinuncio a rappresentare chi ha creduto alle mie chiacchiere". Da qui il rimprovero: "Tutti hanno diritto di fare politica. Ma non di fare politica e conduzione televisiva a giorni alterni secondo i propri desideri e le proprie presunte convenienze". No, dunque, alle porte girevoli.

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