Elly Schlein, "emissari all'ambasciata Usa": cosa c'è dietro
Elly Schlein con due piedi in una scarpa. Non è passato inosservato il dietrofront della leader del Partito democratico sulla mozione di sfiducia nei confronti di Matteo Piantedosi. L'ex vicepresidente della Regione Emilia-Romagna, dopo l'informativa sul naufragio a Cutro, ha cambiato idea. "E meno male", ironizza Andrea Delmastro, "perché io sto ancora aspettando che calendarizzino quella contro di me". Insomma, la strada dei dem non è ancora chiara. E se da una parte c'è chi come Matteo Orfini chiede di "andare fino in fondo", dall'altra c'è chi tira un sospiro di sollievo convinto che la mozione di sfiducia sia un'arma a doppio taglio.
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Ma le titubanze della Schlein non si limitano a Piantedosi. In molti all'interno del Partito democratico temono che la nuova linea non segua, almeno sulla guerra in Ucraina, quella del predecessore Enrico Letta. Non a caso - svela il Foglio - la segretaria ha mandato i suoi emissari all’ambasciata americana. Un modo dunque per rassicurare gli alleati dubbiosi. A maggior ragione se tra gli endorsement arrivati negli ultimi giorni c'è quello di Beppe Grillo, fondatore di quel Movimento 5 Stelle "pacifista".
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"Schlein? Benissimo se le nostre idee vengono portate avanti da altri", anzi, "dovranno dire tutte le nostre idee per andare avanti. Fanno così", ha commentato il comico facendo presagire un riavvicinamento tra le due forze politiche. D'altronde dove voglia parare la Schlein ancora non è chiaro. E ai suoi che avanzano rogne, si limita a rispondere: "Non sono come mi disegnano". Una risposta però che sembra già scaldare molti dem.