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Pier Luigi Bersani choc: "Se butta un bimbo nel Po?", l'attacco a Piantedosi

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La tragedia avvenuta a Cutro scatena la sinistra. Per dem e compagni il naufragio che ha portato alla morte accertata di 72 persone e a un numero ancora imprecisato di dispersi non è colpa degli scafisti, bensì del governo. A dare la sua versione dei fatti Pier Luigi Bersani. L'ex presidente della Regione Emilia-Romagna, ospite di DiMartedì nella puntata in onda su La7 il 7 marzo, punta il dito contro l'esecutivo. A suo parere ministri e presidente del Consiglio "se la cavano sempre dicendo 'è colpa degli scafisti'. Lo so anche io che sono cattivi, ma se un delinquente butta un bambino nel Po, non provi a salvarlo?".

 

 

Insomma, per lui "questa non è una strage come le altre, c'è un caso di mancato soccorso. In giro per il mondo, i ministri si dimettono per molto meno". Secondo l'ex ministro di Articolo Uno quella avvenuta lo scorso 26 febbraio "non è una strage come le altre, c'è un caso di mancato soccorso. In giro per il mondo, i ministri si dimettono per molto meno". Ma a incalzarlo ci pensa Giovanni Floris.

 

 

Il conduttore ricorda che si è trattato di un problema "tecnico" e non "una questione politica": "Non è stata mandata la Guardia Costiera ma quella di Finanza che ha visto il mare alto ed è tornata indietro non capendo che quella nave era nei guai. Perché pensate che sia una responsabilità del ministro dell'Interno?". "Il ministro - replica Bersani - deve chiarire qual è la catena di comando". E ancora una volta invoca le dimissioni del titolare del Viminale prima di tirare in ballo Giorgia Meloni. "Meloni non ci mette mai la faccia: non dice mai stop a un ministro, lo copre. Ma quanto si va avanti così?".

 

Qui l'intero intervento di Bersani a DiMartedì

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