Giorgia Meloni, "fastidioso rumore di fondo". Sallusti: vogliono fregarla?
Siamo d’accordo che quello che è successo a Crotone su quella maledetta secca non doveva accadere, sappiamo che lo sciopero della fame del terrorista anarchico Cospito è una mina che potrebbe esplodere da un momento all’altro e che l’inchiesta giudiziaria sulla pandemia sta scuotendo l’opinione pubblica. Tutto vero, per carità. Ma vogliamo anche guardare oltre la cronaca?
Già, perché anche se nessuno ne parla con la dovuta enfasi per evidenti motivi politici, l’Italia sta andando alla grande. I dati definitivi sulla produzione industriale registrano livelli di crescita superiori a quelli di Germania e Francia, addirittura la nostra industria, nonostante inflazione e crisi energetica, è riuscita a recuperare completamente i livelli pre Covid (noi +0,1, Francia -4,8, Germania -5,9). Da inizio anno il valore delle aziende quotate alla Borsa italiana è cresciuto di quasi il 20 per cento, il prezzo del gas è sceso da 300 a 45 euro per metro cubo, e lo spread – unità di misura in negativo dell’affidabilità del sistema Paese – da ottobre a oggi è sceso da 249 a 174 punti. Aggiungiamo poi che l’Istat ha certificato una crescita di occupazione di 460mila posti portando il totale degli occupati a 23,3 milioni, record da quando si misurano le serie storiche, cioè dal 2004.
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Insomma, non mi pare questa la fotografia di un Paese sull’orlo del baratro, tantomeno allo sbando come vuole fare credere la propaganda delle opposizioni. Non voglio dire che tutto ciò sia merito esclusivo del nuovo governo, certo è che il nuovo governo evidentemente si è mosso bene, sta rassicurando il mercato interno e quello internazionale, gode della fiducia degli imprenditori e dei consumatori, non ha commesso errori e dimostrato che le preoccupazioni delle sinistre nei confronti delle destre sono totalmente infondate.
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Rimettiamo quindi le cose al loro posto nella giusta gerarchia. Erano anni che l’Italia non aveva un governo stabile e di lunga prospettiva e questo è il presupposto non di non avere problemi ma di poterli risolvere via via che si presentano. Il can can mediatico a cui quotidianamente assistiamo è propaganda, un diversivo delle opposizioni che bene sarebbe considerare per quello che è: un inevitabile, fastidioso rumore di fondo.