Matteo Piantedosi, la sinistra aizza gli studenti contro il ministro
Una protesta nelle scuole contro il governo di centrodestra. Organizzata dagli studenti? No, organizzata da giornalisti e intellettuali di sinistra. Che spingono i ragazzi alla rivolta nella speranza di mettere in difficoltà l’esecutivo. Andate avanti voi che a noi ci viene da ridere... A lanciare la contestazione a Piantedosi, ieri, è stata la scrittrice Elena Stancanelli, con un lungo articolo sulla Stampa intitolato “Portate in classe una fascia bianca”. Secondo l’autrice, a proposito della strage di migranti in Calabria, il nostro Paese avrebbe «scientemente deciso di lasciare affogare uomini, donne e bambini in cerca di rifugio». Quindi l’appello agli studenti: «Mi piacerebbe sapere quanti sono i ragazzi e le ragazze che vorrebbero scrollarsi dalle spalle il peso morale di uno Stato che agisce con questa brutalità, cattiveria, mancanza di scrupoli. Per questo faccio una proposta, la faccio a tutti ma soprattutto a quei giovani che dovranno pagare le conseguenze della stupidità di oggi, che cresceranno dovendo fare i conti con la rabbia di chi, oggi, ha perso un figlio, una sorella, un amico per colpa della scelta scellerata di impedire i soccorsi. La mia proposta è: dichiariamolo, il nostro lutto.
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Un lutto al quale ci ribelliamo: mettiamo al braccio una fascia bianca. Andateci a scuola, lunedì. Fatevi vedere, mostratevi sui vostri social, gridate la vostra estraneità a questo abominio». E ancora: «Rimanete innocenti, dichiarando pubblicamente la vostra distanza. Se non grideremo abbastanza, se non faremo capire in tutti i modi quanto ci fa schifo quello che è stato fatto domenica, quello che continua ad accadere nel nostro mare, ne porteremo addosso il dolore anche noi. La mia voce è piccola, ma la nostra tutti insieme è potente. Portiamo il lutto per dimostrare che questo non è un Paese razzista, che noi non somigliamo a chi non sa cos’è la pietà e la misericordia. Noi non siamo complici di questa strage, noi per quello che ci è possibile, vi lasciamo soli con la vostra protervia, le vostre parole vuote, la vostra mostruosa disumanità».
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L’appello, come prevedibile, ha subito cominciato a girare sui social. Condiviso da guru e semi-guri progressisti, come la vicedirettrice della Stampa, Annalisa Cuzzocrea. «Non rassegniamoci al torpore», ha scritto su Twitter. «Almeno noi. Lunedì mettiamo una fascia bianca sul braccio, la mettano i ragazzi nelle scuole. Il lutto dei morti annegati di Crotone è il nostro lutto (e grazie a Elena Stancanelli)». Ora, cosa c’è di sbagliato in questo appello? Quasi tutto, in realtà. A cominciare dal fatto che non è bello che siano degli adulti, dalle colonne di un giornale, a invitare i ragazzi a protestare contro il governo. Il punto vero, però, è un altro. E cioè che la premessa da cui parte la Stancanelli è falsa. È assurdo, infatti, pensare che qualcuno abbia «scientemente deciso di lasciare affogare uomini, donne e bambini in cerca di rifugio».
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È assurdo pensare che il nostro Paese sia guidato da «mostri disumani». Ed è assurdo, di conseguenza, il ricatto morale che viene fatto agli studenti: se lunedì non vi mettete la fascia bianca al braccio per protestare, sarete «complici di questa strage», dimostrerete di essere d’accordo con chi agisce con «brutalità, cattiveria e mancanza di scrupoli». Tra l’altro, cosa devono pensare, questi studenti, se hanno dei genitori che votano per il centrodestra? «Mostri disumani» pure mamma e papà? I “grandi”, comunque, hanno già pianificato tutto. Oggi, per i loro ragazzi, è in programma una bella manifestazione a Firenze contro il ministro Valditara e la violenza «fascista» nelle scuole. Lunedì tutti in classe contro il ministro Piantedosi e un governo che «non sa cos’è la pietà e la misericordia». E poi la settimana dopo si vedrà. Ci sarà un altro caso (e se non ci sarà basta inventarlo), un altro motivo per indignarsi, un altro ministro al quale chiedere le dimissioni. E tanti ragazzi da usare ancora come carne da opposizione...