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Bruno Astorre, "il primo tentativo": ricostruzione-choc

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"Ci aveva già provato la scorsa settimana". Su Bruno Astorre, il senatore del Pd trovato morto venerdì mattina a Palazzo Cenci a Roma, nessuno si sente più di negare l'ipotesi di un suo tragico gesto. Il pezzo da 90 dei dem nel Lazio, stimatissimo dai compagni di partito e dagli avversari, si sarebbe tolto la vita gettandosi dalla finestra del suo ufficio. Un gesto premeditato, non un raptus. Maturato in giorni e giorni drammatici. Forse mesi, se è vero come dicono Goffredo Bettini e Matteo Renzi che "l'immenso rammarico" degli amici, soprattutto quelli più stretti, sia non aver compreso fino in fondo quanto grave fosse la sua situazione. Si parla di ombre, di fragilità, di traumi mai superati, di una difficoltà a reggere il peso delle responsabilità. Anche se fino a pochi giorni fa Astorre è stato l'uomo dietro la trionfale campagna elettorale di Elly Schlein nel Lazio.

 

 

 

Come ricorda il Corriere della Sera, la Procura di Roma ha aperto un fascicolo per "istigazione al suicido". Un atto dovuto per poter scandagliare le ultime ore del senatore. Secondo la prima ricostruzione degli inquirenti, Astorre avrebbe già provato il suicidio la scorsa settimana e per questo sono stati "sentiti parenti, amici e colleghi per capire qualcosa di più del suo stato d’animo, se ci fosse un disagio". 

 

 

 

 

"Mi rattrista moltissimo la scomparsa del senatore Astorre. Comprendo il dolore e la depressione che possono portare un essere umano a un atto anticonservativo, è un percorso di dolore insanabile. Le mie più sentite condoglianze alla sua famiglia e ai suoi colleghi. Se posso dire una cosa è che nessuno, nessuno può sapere quello che accadrà, so che non è di alcun sollievo ma forse può mitigare i sensi di colpa di chi gli è stato accanto", scrive su Facebook Alberto Airola, ex senatore de 5 Stelle che nel 2018 provò il suicidio ma fu salvato dai familiari. "Io ho la fortuna di essere ancora vivo".

 

 

 

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