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Bruno Astorre morto, Bettini: "Le sue ferite non rimarginate"

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La morte del senatore Bruno Astorre, trovato senza vita in mattinata a Roma a Palazzo Cenci, ha sconvolto il suo partito, il Pd, e tutto il mondo della politica italiana. A confermare la più triste delle ipotesi, quella del suicidio, non c'è solo l'inchiesta della Procura che ha aperto un fascicolo d'indagine, come atto dovuto, per "istigazione al suicidio" (l'onorevole, quasi 60 anni e colonna del Pd laziale, si sarebbe gettato dalla finestra del suo ufficio), ma anche le parole durissime di Goffredo Bettini. 

"Se ne è andato nel modo più triste, solitario, doloroso e sconcertante. Bruno Astorre è stato fino all’ultimo un dirigente importante del partito di Roma e del Lazio. Direi persino, per molti aspetti, decisivo. Senatore, segretario regionale, personalità radicata e influente, saldissimo punto di riferimento soprattutto nella provincia di Roma e per tanti amministratori e sindaci". Bettini, eminenza grigia del Pd, ha scritto un lungo post su Facebook per l'amico e compagno di partito: "Lui veniva dalla Democrazia cristiana e io dal Partito comunista, due tradizioni così diverse. Eppure proprio quelle tradizioni riuscivano, nella loro parte migliore, a farci intendere in modo diretto e immediato". "Bruno - aggiunge Bettini - appariva forte, persino ruvido. Con un sorriso aperto e una viva empatia, ti metteva a tuo agio. In superficie sembrava inossidabile. Eppure avevo ben intuito che dietro quella maschera si nascondeva una fragilità. Appena eletto alla Regione e poi nominato assessore ai lavori pubblici, ci intrattenemmo a parlare sulla sua nuova esperienza. Non era affatto contento. Soffriva la responsabilità. Aveva un sentimento di inadeguatezza. Avvertiva una forma di depressione nascosta. Superò quella fase. Ma so per esperienza personale che le faglie dell’anima si possono riassestare, ma mai rimarginare completamente". 

Ora, conclude Bettini, "non mi resta che abbracciare con tutto l’affetto possibile la sua cara moglie (la sindaca di Frascati Francesca Sbardella, ndr) e tutta la sua famiglia. Dopo lo sforzo di questi mesi, in condizioni fisiche assai precarie, dopo le regionali e l’esito del congresso, sono partito. Non sarà possibile per me accompagnare Bruno al suo funerale. Ma non è la mancata presenza fisica che può anche minimamente scalfire la mia partecipazione a un dolore immenso e al rimpianto di non aver saputo aiutare non solo un collega di partito ma un amico, un compagno di lotta, una persona perbene sempre pronta ad aiutarmi e a sostenermi". 

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