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Elly Schlein, "salta Serracchiani poi...": le indiscrezioni

Debora Serracchiani

Claudio Brigliadori
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Vince Elly Schlein e nel Pd, come previsto, inizia a tirare aria di scissione. Dopo i complimenti e gli auguri (sportivi) di Stefano Bonaccini, il rivale favorito e sconfitto alle primarie, l'area che si riconosce nel governatore dell'Emilia Romagna inizia a temere che il repulisti annunciato dalla neo-segretaria sia soprattutto tra le fila dei suoi (ex) avversari. Un retroscena dell'agenzia Adnkronos tra i Bonaccini-boys parla di "ovvia delusione, forte preoccupazione e attesa". Tra i big ci sono Lorenzo Guerini, il "capo" del Pd all'Europarlamento Brando Benifei, le due capogruppo Simona Malpezzi (alla Camera) e Debora Serracchiani (al Senato), che sono le prime due in odor di siluramento. E poi un ampio schieramento di sindaci e amministratori locali.

 

 



Salteranno? Fonderanno un nuovo partito più "moderato"? Traslocheranno nel Terzo Polo? Al momento non è dato saperlo. Si sa solo che "ora dipende tutto da lei", la Schlein. "La preoccupazione è forte, il rischio di una emorragia di dirigenti ed elettori è concreto", spiegano le fonti interne al Pd all'Adnkronos. Un nome 'storico' dei dem, per dire, ha già annunciato l'addio, ovvero Beppe Fioroni. L'attesa è su due piani. Il primo quello organizzativo. Schlein asso piglia tutto o chiederà una collaborazione? "Noi saremo leali, ma non diciamo che la sosteniamo. Noi restiamo a rappresentare un'area consistente del partito che Schlein non l'ha votata. A partire dagli iscritti che hanno votato Bonaccini con 18 punti di distacco", si puntualizza. Ma se Schlein aprirà a una gestione unitaria? L'impressione del fronte Bonaccini è che non sarà questa la strada che verrà scelta dalla neo segretaria. "E noi non chiediamo nulla, non chiediamo certo di entrare in segreteria". 

 

 

 

 

L'altro piano è quello delle politiche e il primo banco di prova è la linea sull'Ucraina. Schlein si muoverà nel solco della linea Letta o ci sarà uno scarto? L'interrogativo corre tra i parlamentari 'riformisti'. Se lo chiede Giorgio Gori e dalla risposta che darà la neo segretaria, si vedrà "se il Pd resta il mio partito". E ci mette anche il tema delle politiche sul lavoro: difesa dei salari o accanto a questo l'attenzione alla creazione di lavoro? Dice Alessandro Alfieri: "Saremo leali con la nuova segretaria. Lo farò, lo faremo con la forza delle idee che abbiamo portato avanti in questo congresso, quelle di un Pd con un profilo riformista, popolare e rispettoso delle diverse sensibilità". E avverte: "Certamente sono emerse alcune contraddizioni, a partire dal fatto che ci sono due vincitori diversi tra gli iscritti e tra gli elettori. Molti sono preoccupati anche delle dinamiche che, se non gestite, può innescare l'esito del voto".

 

 

 

C'è stato anche l'appello di Enrico Borghi, che venerdì era alla manifestazione pro-Ucraina con Letta: "Auguri di buon lavoro a Elly Schlein, nuova segretaria eletta del Pd. Grazie a Stefano Bonaccini per lo sforzo generoso e unitario. Le novità di un voto diversificato tra iscritti ed elettori e di cambio di linea politica richiedono sensibilità e intelligenza per tenerci uniti". 

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