Superbonus, Sallusti contro Giuseppe Conte: "Un meccanismo suicida"
Il pasticcio del Superbonus edilizio ha un padre: Giuseppe Conte, lo stesso che in queste ore sta aizzando il Paese contro il governo a suo dire colpevole di aver ridimensionato le ristrutturazioni facili: «Erano tutti d’accordo, compresa Giorgia Meloni», ripete l’ex premier cercando di spostare l’attenzione dai risultati (disastrosi) alla genesi (apprezzabile) del provvedimento. Certo che erano tutti d’accordo, è che quando il ministro Giorgetti si è insediato al ministero dell’Economia e ha aperto i cassetti segreti dei conti veri gli si sono drizzati i capelli in testa: avanti così – è stata la sua lettura peraltro poi condivisa da tutti gli esperti – salta lo Stato.
Il meccanismo ideato da Giuseppe Conte si è rivelato infatti suicida, complicato spiegarlo ma è così. È come aver scoperto che sullo scafo del piroscafo in navigazione in mare aperto e in acque già agitate si è aperta una falla. Solo un comandante irresponsabile continuerebbe sulla rotta come se ne niente fosse. Primo macchine ferme, secondo si tappa la falla, terzo – ma solo dopo aver messo lo scafo in sicurezza – si pensa a come risarcire i passeggeri, saliti a bordo in buona fede, per i disagi subiti.
Questo è ciò che sta succedendo. Escludo che il governo Meloni voglia «fare fallire migliaia di impresi edili» come tuona Conte e tutta l’opposizione. Penso invece che una volta salvati milioni di italiani dal naufragio si troverà modo – il confronto è iniziato ieri – di ripartire con il piede giusto.
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Nessuno nega che l’economia post Covid si sia messa in moto anche grazie al Superbonus, da questo punto di vista si è trattato di una sfida vinta. Nessuno però sospettava si trattasse di pura droga in perfetto stile Cinque Stelle. Qualche cosa di simile al doping del Reddito di cittadinanza, che da sussidio per lavoratori momentaneamente in difficoltà quale doveva essere si è rivelato soprattutto un vitalizio per fannulloni che per di più ha inquinato, e quindi peggiorato, il mercato del lavoro.
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Veniamo purtroppo da una stagione nella quale tra il dire e il fare ci sono stati di mezzo non i mari ma i Cinque Stelle, quelli che immaginavano di risolvere l’emergenza Covid con i banchi a rotelle nelle scuole (altro inutile salasso per la spesa pubblica). Rimediare a tutti quei disastri non sarà facile ma alternative non ce ne sono.