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Montaruli, botta e risposta Mulè-Sallusti: "Resto garantista", "La sostanza non cambia"

Giorgio Mulè
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Pubblichiamo la risposta di Giorgio Mulè all'editoriale del direttore Alessandro Sallusti pubblicato su Libero del 19/02/2023 (Clicca qui per leggere l'editoriale)

Gentile Direttore, caro Alessandro, c’è un limite invalicabile alla critica ed è quello di aver sempre accanto il beneficio della verità. O almeno dell’interpretazione di un fatto realmente accaduto. Spiace moltissimo - per la stima che nutro per te e il giornale che dirigi - constatare invece che hai costruito il tuo editoriale su Libero di ieri su un fatto mai accaduto. Chiamiamolo col suo nome: una patacca. Sulla vicenda dell’onorevole Montaruli mi hai attribuito di aver «provato a girare il coltello nella piaga con una uscita di prima mattina intempestiva e violenta nei confronti degli alleati, battendo sul tempo financo Marco Travaglio e la nota compagnia di giustizialisti: “È una pregiudicata, si dimetta - ha dichiarato (Mulé, ndr) alla radio - e non crei imbarazzo al governo”».



Caro Alessandro, non ho mai pronunciato questa frase e neppure è tollerabile una sintesi che riporti le parole che tu mi hai attribuito tra virgolette. Intervistato ieri intorno a mezzogiorno in televisione da Rainews24 (nessuna mia uscita quantomeno intempestiva) e chiamato a rispondere a una domanda sul sottosegretario Andrea Delmastro (raggiunto da un avviso di garanzia) ho replicato, come ripeto da giorni, di non ravvisare alcun motivo perché presenti le dimissioni dall’incarico sia perché i fatti sono stati chiariti sia perché giudico una barbarie chi usa indagini - per giunta preliminari - per fini politici. Incalzato dopo questa affermazione dai giornalisti presenti, ho risposto allora a una domanda sull’opportunità che l’onorevole Montaruli, condannata invia definitiva, rimanesse al suo posto e non si dimettesse come richiesto dalle opposizioni. Ho detto che casomai sarebbero dovuti essere lei e il suo partito a valutare quest’opportunità e che l’eventuale ulteriore valutazione sull’imbarazzo che questa vicenda avrebbe creato all’esecutivo, ho ribadito, spettava soltanto all’onorevole Montaruli e a Fratelli d’Italia. Nessun giudizio, nessun invito a dimettersi. Mai, cioè, quel virgolettato né testuale né come sintesi che mi hai attribuito (“È una pregiudicata, si dimetta - ha dichiarato Mulè alla radio - e non crei imbarazzo al governo”). Nulla.



Ho invece ritenuto nel nome della mia storia e delle mie idee sul garantismo granitiche nel tempo di affidare, com’è giusto che sia, alla coscienza della diretta interessata e alle valutazioni del suo partito qualsiasi iniziativa. Ho cioè fatto rispettosamente non uno ma tre passi indietro evitando in ogni modo di entrare nella vicenda delle eventuali dimissioni. Per questo ho trovato davvero ingiusta la sintesi che, basata su parole da me mai pronunciate, hai fatto sul tuo giornale. Tralascio il contenuto dell’ignobile e anonimo comunicato diffuso nel pomeriggio dalle agenzie di stampa attribuito a “fonti autorevoli“ di Fratelli d’Italia che mi riguardava. Lo cito unicamente per sottolinearti quanto questa subcultura della vigliaccheria sia lontana anni luce dalla mia persona e non troverà mai cittadinanza nella mia modalità di confronto. Tu invece meriti risposte. E allora andiamo a noi. Caro Alessandro, non ho da «guarire» da alcuna malattia, come dici nel tuo editoriale, né ho inteso lanciare - non avendo mai pronunciato la frase che mi hai attribuito «qualcosa d’altro di ancora indicibile» usando «un pizzino con destinatario il premier». Non so, in breve, di che cosa parli. No, caro Alessandro, sei totalmente fuori strada. Torna in carreggiata e mi ritroverai immobile, esattamente dove sono stato negli ultimi trent’anni: orgogliosamente garantista, ostinatamente anti giustizialista. A qualsiasi costo. E sopra tutto libero e certamente mai ricatta bile. Ti saluto e ti ringrazio per la pazienza nell’aver dedicato tempo alla lettura di questa mia. 


La risposta a Mulè di Sallusti
Gentile onorevole, se si fosse trattato di una patacca non credo che Fratelli d’Italia avrebbe reagito come ha reagito né che tutti i giornali d’Italia l’avrebbero riportata con grande evidenza in prima pagina. Ammetto la sintesi eccessiva che però non cambia la sostanza di aver lei auspicato le dimissioni di un sottosegretario di un partito alleato in quanto colpito da “sentenza definitiva”, alias pregiudicato.

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