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Giorgia Meloni, retroscena: chi non la voleva all'evento Ppe

Fausto Carioti
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C’è un personaggio nascosto nel racconto del presidente del Ppe Manfred Weber che, «a seguito delle osservazioni di Silvio Berlusconi sull’Ucraina», cancella il grande evento previsto a Napoli dal 6 al 9 giugno. Ed è il personaggio più importante, perché si chiama Giorgia Meloni. Il presidente del consiglio italiano, nel progetto dello stesso Weber, avrebbe dovuto essere l’ospite d’onore. Presente lì non solo per portare un saluto rituale in quanto capo del governo dello Stato ospitante, ma per illustrare le proprie idee sulla la Ue del futuro. Che poi altro non sono che il programma del Partito dei conservatori e riformisti europei (Ecr), di cui lei è presidente e al quale appartiene Fdi. Un intervento che avrebbe seguito quello di Weber e degli altri vertici del Ppe, rendendo così evidenti le somiglianze tra i programmi dei due partiti: non identici, ovviamente, ma comunque sovrapponibili in larga parte.

Quanto basta per dimostrare che l’alleanza alla quale stanno lavorando Weber, Meloni, Antonio Tajani ed altri, sarebbe molto facile da suggellare. Chi, da dentro il Ppe, ha bombardato Berlusconi, lo ha fatto anche per colpire la Meloni: niente evento di Napoli, nessuna possibilità di farla partecipare all’assise del Ppe. La reazione alle dichiarazioni pro-Putin del fondatore di Forza Italia, raccontano da dentro il Ppe, è stata fortissima, di una emotività e di una violenza politica che Weber, impegnato da anni a tessere rapporti col centrodestra italiano, non si aspettava. Ha pesato la dura presa di posizione dei partiti popolari dei Paesi baltici e dell’est Europa, ostili alla Russia. Ma si è sentita pure la voglia di far saltare l’appuntamento che avrebbe dovuto rendere pubblica la corrispondenza di amorosi sensi tra il Ppe (una parte di esso, quantomeno) e la Meloni.

 

Tra i popolari, infatti, non tutti approvano la linea di Weber e il progetto al quale sta lavorando insieme ai conservatori, che dovrebbe portare, dopo le elezioni europee del 2024 e se i numeri lo consentiranno, alla creazione di una commissione senza i Socialisti, ossia senza gli eurodeputati del Pd e i loro alleati. Una commissione che potrebbe essere guidata dall’attuale presidente del parlamento europeo, la maltese Roberta Metsola, pure lei del Ppe, pupilla di Tajani e in rapporti più che buoni con la Meloni. La cordata che si oppone a questo disegno è guidata da un altro tedesco, ostile al proprio connazionale Weber: il premier bavarese Markus Söder, che ritiene (non da oggi) inaccettabile la presenza di Berlusconi e Forza Italia all’interno del Ppe e intende impedire l’alleanza coni conservatori. Questa ostilità politica verso l’apertura a destra del Ppe si è saldata con la rabbia nei confronti di Berlusconi per quella frase su Putin e Zelensky, e a poco è servito che Tajani ricordasse, per l’ennesima volta, che «Forza Italia ha sempre votato il sostegno all’Ucraina con l’invio di finanziamenti e di armi».

 

 

Preso atto che non poteva contrastare la rivolta nei confronti del Cavaliere e che questa rischiava di compromettere i rapporti con Forza Italia e la trama che ha iniziato a tessere con la Meloni, Weber- spiegano i suoi - è stato costretto a circoscrivere l’incendio. Presa in mano la situazione, ne ha fatto un problema relativo alla persona di Berlusconi, stando attento a salvare il resto. Così, mentre annullava le «giornate di studio a Napoli», che in realtà sarebbero state la grande conferenza programmatica del Ppe in vista delle Europee, e usava parole dure contro il Cavaliere, il presidente dei popolari europei assicurava che «Antonio Tajani e Forza Italia hanno il nostro sostegno e proseguiamo la collaborazione con il governo italiano sui temi dell’Ue».

CI SI RIPROVA IN AUTUNNO
Resta il fatto che la kermesse di Napoli alla quale si voleva far intervenire la Meloni è stata sacrificata per evitare guai peggiori. Le capacità diplomatiche di Tajani, stretto tra il presidente di Forza Italia e quello del Ppe, non sono mai state messe alla prova come in questi giorni. Il ministro degli Esteri, dopo averne parlato con Weber, assicura che «non ci sarà alcuna rottura fra Forza Italia e il Ppe» e avverte che l’incidente deve considerarsi «chiuso»: un appello ai pasdaran berlusconiani affinché non cedano alla tentazione dello scontro con la casa madre europea. Quanto all’occasione, l’idea è quella di costruirne una nuova. «È stato sbagliato annullare l’incontro di Napoli e spero che se ne possa organizzare un altro, magari a Roma», dice Tajani. Sarebbe il palco ideale sul quale accogliere la Meloni. Nulla di immediato, comunque: eventi simili, con ospiti da tutta Europa, vanno organizzati per tempo. Si ragiona sull’autunno, sempre che da qui ad allora non ci siano altri scossoni.

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