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PiazzaPulita, "perché serve la violenza". E Formigli muto...

Enrico Paoli
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Passare dall’essere armati di parole ad armati di qualcos’altro, spinti da cattivi maestri e presunti ideologi, si fa presto. Prestissimo, poi, ad usare quegli strumenti. Soprattutto se qualcuno vi convince che «l’odio sociale» è cosa buona e giusta e non una piaga da estirpare, un male da curare. In nome della cosiddetta lotta di classe, come amava ripetere la sinistra negli anni Settanta, incubatore della Notte della Repubblica con gli anni di piombo segnati dalle Brigate rosse, sono state uccise persone innocenti. Con l’elegia dell’odio sociale si rischia di fare danni peggiori. Le piazze di oggi stanno dimostrando come il pericolo sia dietro l’angolo. Non vederlo vuol dire fiancheggiarlo. Ma la memoria, evidentemente, deve far difetto a personaggi come Vittoria Morrone, attivista del movimento politico La Base, nonché psicologa (stando a quanto riportato sul suo profilo LinkedIn, ma non ci sono troppe certezze in merito), e allo scrittore e insegnante, Christian Raimo, ideologo del radicalismo di sinistra e in «sintonia» con l’anarchico Cospito, che giovedì sera, nella parte finale di Piazzapulita, il programma de La7 condotto da Corrado Formigli, hanno apertamente incitato all’odio sociale, considerandolo uno strumento «necessario», e non una drammatica deviazione, un elemento distorto di una visione idelogica della realtà.

«Comunque l’odio sociale va alimentato perché forse cambierà qualcosa in questo Paese», afferma la Morrone, facendo saltare sulla sedia Nunzia De Girolamo, l’ex parlamentare di Forza Italia, oggi presentatrice, anche lei ospite della trasmissione che, incredula, le ha detto: «Ma cosa dice? Ma lei fa la psicologa? Pensi se io un giorno dovessi mandare mia figlia da una psicologa che incita all’odio sociale!». In sottofondo il duro commento della senatrice di Italia Viva, Raffaella Paita, anche lei ospite in studio: «Cambi mestiere, perché lei non può fare la psicologa dicendo queste cose». Ecco, faccia l’attivista, che è meglio. Ma fuori dalla tv, a riflettori spenti. Offrire una vetrina significativa, come quella de La7, a simili personaggi non è proprio edificante. La lezione di Nanni Moretti vale ancora oggi: «Le parole sono importanti». E quelle sbagliate, le parole, a volte armano le mani, anch’esse sabagliate.

E in tutto questo incitamento all’odio sociale, alla lotta di classe 4 punto zero, non è stato da meno Raimo. «Chi guadagna 4 milioni di euro all’anno è immorale», dice lo scrittore, attaccando frontalmente, anche sul piano personale, l’imprenditore Stefano Bandecchi, fondatore di Unicusano, reo di guadagnare troppo, danneggiando l’università pubblica, a dire di Raimo. Caro professore l’università di Stato si danneggia da sola, ostaggio com’è di una certa sinistra. Ma con quella frase, Raimo, ha toccato una delle vette più alte del suo pensiero, senza minimamente calcolare la portata delle parole dette. Bandecchi fa impresa, pagando le tasse, e non spetta certo a Raimo stabilire quale sia il livello di moralità del guadagno di uno che lavora. Nei regimi sovietici, forse, ma siamo in Italia, nel 2023. E non è certo più morale difendere coloro che si battono per il reddito di cittadinanza, in modo da scansare il lavoro. Perché lavorare è faticoso.

MEGLIO NON LAVORARE
E gli ivoriani che lo fanno, cioè lavorare (come raccontato in servizio di Piazzapulita), sono contenti di poterlo fare, fregandosene del Reddito di cittadinanza. Ma per i bravi compagni, come la Morrone, quegli immigrati sono solo «sfruttati» e costretti a farlo, altrimenti lo percepirebbero pure loro. Assieme all’esaltazione dell’odio sociale il quadro è completo. Per dire. Lo stesso Corrado Formigli si è accorto delle parole pericolose dell’attivista e, chiedendo alla regia di abbassare i microfoni degli ospiti che con veemenza commentavano l’uscita infelice, si è rivolto alla giovane: «Io sono tutto tranne che un politicamente corretto. Ognuno può dire quello che vuole, però dire che l’odio sociale è un gran bene e che è giusto vantarsene, forse è sbagliato». Meno male. Resta solo da capire se la inviterà ancora. Darle spazio, forse, non è la migliore delle idee. Perché la Morrone rischia davvero di dar fuoco alle polveri. «Dopo decenni in cui dopo il divario tra persone sempre più ricche e persone sempre più povere continua ad aumentare sempre di più e non è mai stato fatto niente per ridurlo», sostiene l’attivista, «allora per forza che il risultato è l’odio sociale. E mi auguro che ce ne sia sempre di più». Beh, noi lavoriamo perché ce ne sia sempre meno, invece...

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