Superbonus, "non si arrivi alla fiducia". Bomba-Forza Italia: grosso caso in maggioranza
Primo pesantissimo scontro in maggioranza. "Sul decreto del governo che stoppa la cessione dei crediti del Superbonus bisogna avviare subito un tavolo coinvolgendo anche le categorie, evitare un voto di fiducia e studiare modifiche che vadano nella direzione di "tutelare i meno abbienti" e "dare certezza alle imprese e ai condomìni". Emanato il dl sulla cessione crediti, Forza Italia sta già pensando a come intervenire per correggere il tiro. Roberto Rosso, senatore, responsabile nazionale del dipartimento Casa degli azzurri,esclude che l’esecutivo possa mettere la fiducia sul testo. "Sono abbastanza sicuro che il governo e il ministro Giorgetti voglia confrontarsi. C’era una situazione spiacevole nei conti rispetto alla quale bisognava intervenire, ma sono certo che ci saranno spazi per modificarlo".
In questo senso, prosegue, "chiediamo un tavolo con governo e associazioni di categoria per capire cosa modificare in sede di conversione del decreto. Le aziende ci chiedono stabilizzare i bonus magari abbassando le aliquote, per esempio dal 110% all’80%, ma dando certezza delle norme per i prossimi 10 o 15 anni. Perché il problema di questo Superbonus è stato un continuo cambiamento di regole. Il ’110’ grillino non era sbagliato ma non dava una prospettiva di lungo periodo. Non ha favorito gli investimenti da parte delle aziende". Rosso sostiene che "per le categorie meno abbienti bisogna prevedere la possibilità di cedere il credito perché non hanno capienza per detrarre dalle tasse e rischierebbero di perdere l’agevolazione".
Quindi, "come tutelare i meno abbienti e come dare certezze alle imprese ai condomìni nei prossimi 5-10 anni sarà quello che proporremo al tavolo", continua il senatore di FI, che elogia invece la parte del provvedimento "in cui si toglie la corresponsabilità delle banche. Questo è il più grande passo da quando ci sono i crediti incagliati - che ammontano tra i 5 e i 10 mld - perché se le banche sono tranquille, e non devono rispondere del lavoro delle imprese, è evidente che iniziano di nuovo a comprare i crediti e si risolve il problema". Invece, "meno ottimo è che si sia deciso di abolire la cessione del credito totalmente in futuro. Torniamo indietro di quattro anni. Ma allora non c’erano la pandemia, la crisi dell’energia e l’inflazione, e quindi le persone potevano avere più risorse per pagare le opere e detrarle poi dalle tasse. Oggi la situazione più difficile e lo diventerà ancor di più se incrociamo questa cosa con l’obbligo che arriva dall’Europa sulle case green".