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Lazio, "annullare il voto": firme false, l'uomo che può far saltare tutto

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Due settimane prima del voto nel Lazio, Fabrizio Pignalberi aveva annunciato il ritiro della sua candidatura alla presidenza della Regione: una scelta che sarebbe riconducibile alla decisione della Corte d’Appello di escludere le sue liste perché non in regola con la raccolta delle firme. Adesso Pignalberi ha presentato un nuovo ricorso al Tar del Lazio per cercare di far valere le sue ragioni su questa spinosa questione. 

 

 

Fondamentalmente Pignalberi si è dovuto tirare indietro perché l’indagine sulle presunte firme false nella circoscrizione di Frosinone ha fatto decadere la sua candidatura, dato che non rispettava più i requisiti della presenza minima in tre province. “Abbiamo raccolto atti, documenti, elementi e dichiarazioni a supporto delle contestazioni mosse - ha dichiarato all’Adnkronos - e successivamente depositato un ricorso di circa 15 pagine. L'oggetto del contendere è la regolarità degli atti relativi all'elezione per chiarire la vicenda firme ed errori sostanziali nei verbali di valutazione delle liste, dove i numeri e le sentenze precedenti, seppur i ricorsi non ammissibili per tardività, ci hanno dato ragione”.

 

 

“Dovranno essere valutati tutti gli elementi a supporto della richiesta di nuove elezioni”, ha chiosato Pignalberi, che ha citato tutti gli eletti e i candidati alla Regione Lazio e chiesto l’annullamento dei verbali e delle operazioni elettorali del 12 e 13 febbraio. L’udienza al Tar è fissata per il 12 aprile, con Pignalberi che chiede "la correzione del risultato elettorale per la mancata e/o possibile proclamazione”. 

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