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Licia Ronzulli, la rivelazione: "Cosa ha detto Berlusconi dopo la sentenza"

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La capogruppo di Forza Italia al Senato, Licia Ronzulli, è stata fra i primi a sentire Berlusconi dopo la notizia dell’assoluzione. "Ovviamente - racconta a Repubblica - era molto felice e soddisfatto, anche se non aveva alcun dubbio circa l’esito del processo. Un processo che neanche doveva avere inizio, come ha confermato il tribunale, dichiarando che il fatto non sussiste. Per ristabilire la verità, però, ci sono voluti 11 anni, oltre 600 udienze e milioni di euro spesi sulle spalle dei contribuenti". Marina Berlusconi afferma che suo padre ha pagato un prezzo troppo alto ai processi che ha subito: "Ha subito una gogna mediatico-giudiziaria senza precedenti, che ha colpito non solo il Berlusconi uomo, padre, nonno, imprenditore e politico. Ma anche il Berlusconi statista, che rappresentava l’Italia in Europa e nel mondo, con il conseguente insanabile danno d’immagine per il nostro Paese. Mi chiedo chi mai potrà risarcire tutto questo". L’accusa sottolinea che la corruzione c’è stata e che l’assoluzione è legata a una questione formale, lo status di indagate e non di testimoni delle ragazze coinvolte. Berlusconi si è salvato per un cavillo: "Dopo aver inventato dal nulla un processo, ora l’accusa pretende anche di scrivere le motivazioni della sentenza al posto del tribunale. Per noi conta il verdetto. Se ne faccia una ragione l’opposizione - non tutta, per la verità e per fortuna - che ha cavalcato l’offensiva giudiziaria, sperava nella condanna del presidente Berlusconi e ora si aggrappa a cavilli che non esistono".

Questa vicenda segna un punto nella vicenda giudiziaria di Berlusconi e la senatrice nega che ci siano stati eccessi nella condotta del presidente in quegli anni. "L’unico eccesso cui abbiamo assistito è stato quello di guardare dal buco della serratura della vita privata di una persona, per cercare di distruggerne l’immagine. Tutto ciò, in un Paese civile è inaccettabile. Le responsabilità politiche e morali sono di chi ha permesso tutto questo. Perchè lede la libertà di una persona". La riforma della giustizia che il governo ha in cantiere non deve trarre spunto dal caso Berlusconi ma "solo dalle condizioni in cui versa la giustizia, dai milioni di cause civili e di processi arretrati, dall’inefficienza della macchina giudiziaria. È necessaria - osserva infine Ronzulli - una netta separazione delle carriere, una seria regolamentazione delle intercettazioni, con divieti e sanzioni per chi violasse il vincolo della loro segretezza o diffondesse quelle ininfluenti ai fini del processo. Va modificato profondamente l’abuso d’ufficio e salutiamo con favore il progetto del ministro Nordio di modificare la legge sulla prescrizione, che i 5 Stelle avevano trasformato in un ’fine processo maì".

 

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