Il Pd gode se Francia e Germania ci fanno le guerra: come sono ridotti...
Su tutte le grandi questioni riguardanti l’Unione europea e il quadro geopolitico è in atto una discussione non solo fra il governo e l’opposizione, ma anche all’interno di entrambi gli schieramenti contrapposti. C’è però una questione di fondo che riguarda i nostri rapporti con l’Europa. A parte la polemica aperta qualche giorno fa dalla Meloni sull’inopportunità dell’incontro a tre fra Zelensky, Macron e Scholz, sul terreno c’era e c’è qualcosa di più significativo e profondo che riguarda gli aiuti alle industrie.
Come è noto Biden ha disposto un enorme sostegno dello Stato all’industria americana. Altrettanto ha fatto per parte sua la Germania e in misura minore la Francia. Già questo squilibra la concorrenza internazionale e gli stessi equilibri all’interno dell’Europa. Poi, prima della famosa cena a tre, per certi aspetti era accaduto qualcosa di molto più rilevante sul piano economico: l’incontro negli Usa fra i ministri statunitense, francese e tedesco competenti per lo sviluppo industriale: da quell’incontro è stata esclusa la nazione con la seconda industria manifatturiera dell’Europa, cioè l’Italia.
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Ora, qui veniamo ad un punto decisivo che riguarda la stesso dibattito politico italiano, visto che il Pd nella polemica aperta dalla Meloni si è schierato perinde ac cadaver con la Francia. Ora, che la Francia e la Germania abbiano un peso rilevante in Europa è indiscutibile e inevitabile. Gestire questa forza in modo eccessivo e arrogante rischia di spaccare ancora una volta l’Unione. Da questo punto di vistala posizione del Pd è paradossale: condanna il sovranismo dei paesi del patto di Visegrad e poi invece accetta supinamente, addirittura in polemica con il governo del suo stesso Paese, lo straripante sovranismo della Francia e della Germania. Del resto, negli anni 2010-2011 questo eccesso di sovranismo franco-tedesco esercitato anche nella gestione della Bce lungo una linea di assoluto rigorismo stava già facendo saltare l’euro e la stessa Ue.
Come è del tutto sbagliato andare dietro al filo putiniano e ultra sovranista Orban, è altrettanto sbagliato essere subalterni nei confronti della Germania e specialmente della Francia quando esse si muovono in una chiave caratterizzata da un loro prepotente sovranismo. A maggior ragione ciò vale per l’aggressione russa all’Ucraina. Quello che a suo tempo ha fatto impazzire Putin e provocato la sua aggressione all’Ucraina è stato il fatto che nel 2014 il suo prediletto Yanukovich fu spazzato via da grandi manifestazioni popolari e poi da un voto democratico. Ora, come testimonia il libro di Andrea Sceresini e Lorenzo Giroffi dal titolo L’Ucraina, la guerra che non c’era, è stato proprio Putin a innescare la guerra nel Donbass, due regioni spaccate fra i filoucraini e i filorussi: da lì una sorta di guerra a media intensità che ha prodotto circa 13.000 morti con vittime da entrambi le parti. Di conseguenza la ricostruzione fatta da Berlusconi è contestata dal suo punto di partenza perché la guerriglia nel Donbass non è stata affatto provocata da Zelensky che allora non era neanche alla direzione del governo, ma proprio da Putin e dalle sue milizie.
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