CATEGORIE

Giorgia Meloni, clamoroso Enrico Letta: "Non è male"

di Antonio Rapisarda mercoledì 15 febbraio 2023

3' di lettura

«Adesso? Semplice: abbiamo più di quattro anni e mezzo per lavorare...». Il giorno dopo il trionfo del «destra-centro», e di Fratelli d’Italia in particolare, alle Regionali in via della Scrofa si festeggia così: con la sobrietà e il profilo basso che ormai rappresentano lo stile invocato da Giorgia Meloni davanti alle vittorie. Stavolta, a differenza della notte del 25 settembre, addirittura con l’assenza totale sul proscenio del leader costretta anche ieri a casa (per questo ha dovuto rinunciare alle celebrazioni del 94° anniversario dei Patti Lateranensi) da un fastidioso attacco influenzale. Ciò che in ogni caso emerge con forza dal “test”, al netto della soddisfazione per aver riportato il Lazio a destra e per il primato conquistato in Regione Lombardia, è un dato politico che supera ampiamente i confini del pur importante voto amministrativo. Lo ha ribadito Meloni stessa adAffaritaliani.it, a proposito del fatto se il governo esca o no rafforzato e più unito da quest’ultima tornata. La sua risposta? «Certo».

EFFETTO TRAINO
Ciò che aggiungono i suoi a Montecitorio, interpellati da Libero, è che gran parte del merito è proprio dell’effetto traino garantito dal premier: ossia di chi ha «riunito» la coalizione dimostrando «di poter amplificare il risultato delle Politiche».

Tutto ciò è il portato dei primi 100 giorni di governo, promossi ieri persino dall’autorevole New York Times: «Meloni da quando è salita al potere si è fatta valere», annota il corrispondente dall’Italia. «Ha sorpreso molti mostrando una vena pragmatica». Il premier ha sorpreso persino il suo ex avversario per Palazzo Chigi, Enrico Letta: sui dossier finanziari ed europei «è stata migliore di quanto ci aspettassimo», ha dovuto ammettere al quotidiano statunitense. Amarissima, per i suoi compagni del Nazareno, la diagnosi dell’ex leader del Pd: «La realtà è che lei (Meloni, ndr) è forte. È in piena luna di miele, senza un’alternativa all’interno della maggioranza e con l’opposizione divisa». Davanti a spunti del genere la parola d’ordine, riflettono i suoi luogotenenti, è proseguire con questo passo: «Gli elettori lo hanno confermato: stiamo lavorando bene. Gli “uccellacci” che invocavano disastri dopo i nostri provvedimenti sono stati smentiti puntualmente...». Una road map che ha fatto bene a tutti, dato che non si è registrato quell’effetto “cannibalizzazione” di FdI nei confronti degli alleati che avrebbe potuto rappresentare un elemento di disturbo per la navigazione.

Con questo portato e con il corollario trapelato nelle ore scorse da ambienti di Palazzo Chigi riferito alle opposizioni («Gli italiani hanno penalizzato, anche con l’astensione, chi è occupato solo di mettere i bastoni fra le ruote a chi guida la Nazione») il premier è pronto ad affrontare gli appuntamenti e i dossier di primavera.

Prima stazione, fondamentale per il profilo internazionale del governo, è quella che la porterà Kiev entro il 24 prossimo: primo anniversario dell’invasione russa in Ucraina. Nessun disagio né dentro né fuori i confini per le dichiarazioni “in libertà” di Silvio Berlusconi su Voldymyr Zelensky, assicurano i meloniani: «Contano i voti in Parlamento. Su questo tutto centrodestra è stato compatto: senza mai alcuna defezione».

DOSSIER DELICATI
Grande attenzione, ovviamente, sul dossier Pnrr: se vi è «soddisfazione» per le aperture europee sulla possibilità di procedere con aggiornamenti e revisioni mirate, fondamentale sarà la riforma della governance – che arriverà domani in Cdm e che sarà affidata a Raffaele Fitto – con cui Palazzo Chigi intende mettere a terra il Piano. Accanto al lavoro sui fondi europei, ricca l’agenda economica delle prossime settimane: al netto delle nomine pubbliche (fronte su cui si misurerà plasticamente la «riorganizzazione» del destra-centro richiesta dal premier), la concentrazione è tutta sul fronte bollette – su cui emergono «segnali incoraggianti» – e sul sostegno alle famiglie. Sul binario parallelo, infine, il «cronoprogramma» concordato da Meloni con i ministri interessati: dalla «grande riforma del fisco» a quella per la «giustizia giusta» fino all’iter per le riforme istituzionali già incardinato dal premier. Accanto all’autonomia differenziata, questa è l'assicurazione, «avvieremo finalmente i “motori” del presidenzialismo».

L'aria che tira Il lutto dura 24 ore, poi tutti contro Meloni

Albania, via libera dall'Onu al piano britannico ispirato all'Italia: cosa cambia

Intervento surreale L'aria che tira, Mirella Serri: "Meloni usa la morte del Papa", l'attacco è un caso

tag

Il lutto dura 24 ore, poi tutti contro Meloni

Claudio Brigliadori

Albania, via libera dall'Onu al piano britannico ispirato all'Italia: cosa cambia

L'aria che tira, Mirella Serri: "Meloni usa la morte del Papa", l'attacco è un caso

L'intesa con Giorgia che infastidiva la sinistra

Francesco Damato 

Anche nel lutto sanno solo evocare il Duce

Era difficile. Quasi impossibile. Eppure la sinistra ce l’ha fatta: ha accusato il governo di essere fascista pure...
Alberto Busacca

La corsa dei compagni a fingersi papisti

No, non era il compagno Bergoglio, vorremmo dire ad una sinistra che tenta di appropriarsi dell’eredità del...
Francesco Storace

L'aria che tira, Mirella Serri: "Meloni usa la morte del Papa", l'attacco è un caso

Intervento surreale a L'aria che tira, il talk show politico di La7 condotto da David Parenzo. Al centro della discu...

Il Papa morto? La sinistra impazzisce per il 25 Aprile

Il governo ha indetto cinque giorni di lutto nazionale - con sospensione delle attività fino a giovedì 24 ...