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Lazio al voto: centrodestra in pole. La variabile decisiva

Antonio Castro
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Nel Lazio i candidati ufficiali sono cinque ma la battaglia vera e propria - lo ammette anche l’ex presidente Nicola Zingaretti- è tra l’ex presidente della Croce Rossa Francesco Rocca (centrodestra) e l’assessore uscente alla Sanità Alessio D’Amato. Il test elettorale regionale (insieme a quello della Lombardia) rappresenta sicuramente un momento delicato, e importante, per soppesare pesi e contrappesi di alleanze e schieramenti anche a livello nazionale. Potenzialmente tra Lombardia e Lazio saranno chiamati alle urne, tra domenica e lunedì, i oltre un quarto della popolazione.
 

 

PERICOLO ASTENUTI
Certo c’è da tener conto dell’astensione. Sostanzialmente compatto il fronte del centrodestra che schiera Francesco Rocca, ex presidente della Croce rossa, indicato direttamente dalla premier, Giorgia Meloni. Fratelli d’Italia appare come azionista di maggioranza della coalizione (Civica per Rocca, Fratelli d'Italia, Noi moderati-Sgarbi, Forza Italia, Lega, Udc). Il partito democratico ha fatto scendere in campo, in quota Dem ((Pd, Lista Civica D'Amato, Demos, Più Europa-Radicali, Volt, Verdi-Sinistra, Psi, Terzo Polo con Azione e Italia viva), Alessio D’Amato, assessore uscente alla Sanità sotto la gestione Zingaretti ma sostanzialmente lanciato dal leader di Azione, Carlo Calenda. A dirla tutta sono cinque i candidati alla presidenza. E sempre nella platea progressista c’è anche schiera la giornalista Rai Donatella Bianchi, conduttrice del programma Linea Blu, sostenuta dai pentastellati e dal Polo progressista. A competere per Unione popolare, il partito dell’ex magistrato Luigi De Magistris, è l’ex sindacalista della Fiom-Cgil, Rosa Rinaldi; il Pci punta su Sonia Pecorilli, infermiera. Insomma, appare evidente una profonda frammentazione. Il candidato unico del centrodestra, Rocca, sottolinea che è giunta l’ora per il Lazio di voltare pagina. A partire dagli interventi per ridurre le liste d’attesa per visite e ricoveri («la situazione è già drammatica a Roma, nelle province è ancora peggio»), così come sui rifiuti («Dobbiamo chiudere il ciclo e dico sì al termocombustore e incentivare al massimo la raccolta differenziata»).


È il momento, insom,ma, di « considerare i rifiuti come una materia prima e catturarli nelle migliori condizioni, affinché possano essere reimmessi nel circuito della produzione».
Rocca, intervistato da Corriere della Sera e dall’agenzia Gea assicura che « Se vincesse le elezioni», la sua giunta approverebbe «un Piano di localizzazione del fotovoltaico e dell’eolico, per un virtuoso utilizzo delle energie rinnovabili, evitando scempi sul territorio». L’intento è di «utilizzare le aree industriali dismesse e di scarso valore». Così come di lanciare un progetto «eolico off-shore, con impianti realizzati senza interferire con il turismo da diporto e, categoricamente, col paesaggio marino». L’intenzione del centrodestra è di mettere in sicurezza le coste laziali, «una volta per tutte, e con velocità, salvaguardando il paesaggio e l’economia del mare con un’attenta pianificazione», istituendo «una Cabina del Mare» con tutti i soggetti interessati.


C’è poi il problema storico dei trasporti pubblici («i pendolari devono essere messi nelle condizioni di utilizzare mezzi degni di un Paese civile»), così come affrontare l’emergenza casa. Nel decennio 2012–2022, che corrisponde alla gestione Zingaretti, è rimasto tutto congelato («l’ultimo bando regionale risale al 2004. Un programma serio per la politica della casa va realizzato e lo faremo anche ottimizzando e sfruttando al massimo le cubature già esistenti»). Zingaretti, intervenendo alla chiusura della campagna elettorale del suo candidato, ribadisce che per la poltrona di presidente del Lazio «la verità la scelta del presidente è a due: Rocca e D’Amato».

 

SCELTA A DUE
Salvo puntualizzare che non si tratta di un «cattiveria, ma è la matematica a dirci che non ci sono altre possibilità per fermare la destra nel Lazio. Basta andare a votare e non dividersi. Questa è l’unica candidatura utile a fermare la destra». L’ex segretario del Pd spiega che «non è vero che senza i 5 stelle le elezioni si perdono. Io ho vinto due volte alle regionali senza i 5 stelle». «Con il Pd non abbiamo potuto lavorare insieme qui nel Lazio perché non c’era coerenza su sanità, offesa e umiliata in questi anni, e non c’è stata coerenza sui temi ambientali, basta pensare all’inceneritore che vede allineati D’Amato e Rocca, insomma perché non c’è coerenza», ribatte la candidata M5S alla presidenza della regione Lazio Donatella Bianchi dal palco del Nuovo Cinema L’Aquila dove si è svolta ieri la chiusura della campagna elettorale. «Noi rispettiamo tutti ma se D’Amato fosse stato nel nostro campo», scandisce Giuseppe Conte presidente del Movimento 5 stelle che ieri ha partecipato alla fine della campagna elettorale , «prima avrebbe dovuto restituire 275 mila euro di cui è debitore nei confronti della Regione, secondo un accertamento contabile della Corte dei Conti»

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