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Attilio Fontana, la promessa: "Mai la Lombardia nelle mani del Pd"

Fabio Rubini
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«Facciamo il coro Attilio-Attilio, che mette d’accordo tutti», dice Matteo Salvini all’inizio del suo intervento. E in effetti quando a fine serata il governatore lombardo sale sul palco a sventolare sono le bandiere di tutte le forze di coalizione, unite per riportare Fontana a Palazzo Lombardia. E lui “l’Attilio” non delude le aspettative. Sa che la vittoria è a un passo, ma ammonisce ancora una volta le truppe: «Guai a pensare che sia finita, bisogna lavorare fino all’ultimo per convincere più gente possibile ad andare a votare per il Centrodestra».

Il suo è un discorso molto incentrato sulla “lombardità” e sui lombardi che «quando sono in difficoltà una mano se la danno da soli. E lo abbiamo dimostrato in questi anni difficili, durante i quali la nostra forza è stata quella del saper fare. Questo prosegue Fontana - è un aspetto fondamentale del nostro modo di governare. Così come noi lombardi sappiamo declinare al futuro concetti importanti come tradizione e radici».

 

Il governatore si dice poi ottimista, perché «il centrodestra, quando governa, governa bene, benissimo. Il governo di Roma lo sta dimostrando: pochi giorni e tanti fatti». Per questo è impaziente di «collaborare con un governo che ha i nostri stessi principi, quelli del Centrodestra». Fontana non sembra fiaccato da una campagna elettorale che i suoi avversari hanno combattuto senza esclusione di colpi - soprattutto bassi -. Così ricorda con orgoglio che «malgrado le bugie che la sinistra mette in giro, la nostra sanità è la migliore d’Italia e tra le migliori d’Europa». Sui trasporti precisa: «Perché funzionino meglio servono due condizioni. La prima sono i treni, che spettano a noi e infatti abbiamo investito due miliardi per cambiarli tutti. Ma non basta, perché servono anche infrastrutture altrettanto moderne. E qui tocca a Rfi, che ci aveva promesso investimenti per 14 miliardi, ma non sono mai partiti. Ho parlato con Matteo Salvini che si impegnerà per far partire anche quei cantieri».

 

 

Poi l’Autonomia. E qui Fontana ringrazia il governo che «finalmente ha dato risposta a milioni di lombardi e veneti che nel 2017 sono andati alle urne per chiedere tramite referendum che la Costituzione fosse applicata. Infine il governatore uscente fa tre promesse ai leader schierati davanti a lui: «La prima è che la Lombardia non cadrà mai nelle mani della sinistra; la seconda è che per riuscirci bisogna lavorare tutti fino all’ultimo istante utile della campagna elettorale; la terza è che verrò a Roma a rompere le scatole per avere gli strumenti per far volare la Lombardia sempre più in alto». 

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