Cerca
Cerca
+

Claudio Durigon nel mirino per una casa: "Querelo La7 e Domani"

Pietro Senaldi
  • a
  • a
  • a

Sottosegretario Durigon, domenica e lunedì prossimi si vota in Lazio per eleggere il successore del presidente della Regione, il piddino Zingaretti e lei, in piena campagna elettorale, è finito nel mirino per l’acquisto della sua abitazione. Che spiacevole coincidenza.
Vuole chiarire? «Certo, ma cosa c’è da chiarire? Da qualche giorno mi sembra di stare su Scherzi a parte. Non c’è nulla che non torni».

Invece mi pare che nessuno voglia scherzare. Su La7, Corrado Formigli a Piazza Pulita ha mandato in onda un servizio nel quale insinuava che, nel pieno della legalità, lei avrebbe fatto proprio un bell’affare. Le chiedeva di tirare fuori i documenti dell’acquisto della sua abitazione a prezzo agevolato dall’Enpaia, l’Ente di Previdenza per gli Addetti e gli Impiegati in Agricoltura. Tirerà fuori i documenti oppure no?
«Certo, sono già uscito con una nota in merito, ma vedo che quando si vuole strumentalizzare non c’è carta che canti. Comunque, i documenti li potrà trovare allegati alle querele per diffamazione che i miei legali stanno preparando in questo momento. Lì c’è tutto: il mio accordo privato con l’Ugl, il sindacato al quale appartenevo e che pagava l’affitto della mia casa, e i bonifici che ho effettuato a suo beneficio per rimborsarlo. È tutto a disposizione della magistratura affinché tuteli la mia onorabilità: qui non ci sono né scandali né reati. Mi dispiace che per un attacco elettorale si ledano la privacy e la tranquillità delle famiglie, che non c’entrano nulla con la politica».

Teme per la sicurezza sua o della sua famiglia, in seguito alla campagna stampa di cui è vittima?
«Più che altro trovo da irresponsabili pubblicare il mio indirizzo personale in un momento di pericolo per la sicurezza nazionale come quello che stiamo vivendo in questi gironi e che ha costretto perfino il premier a chiedere compattezza a tutte le forze politiche».

Claudio Durigon, sottosegretario al Lavoro e alle Politiche Sociali è finito, con il candidato di centrodestra alla Presidenza della Regione Lazio, Francesco Rocca, al centro di un’inchiesta giornalistica per l’acquisto della sua casa, 170 metri quadrati in una zona prestigiosa di Roma Nord pagati 479mila euro, con uno sconto del 30% sul valore di mercato praticato a tutti gli affittuari acquirenti degli appartamenti messi in vendita dall’Enpaia. Durigon occupava la casa dal 2017, ma il contratto era intestato all’Ugl, il sindacato del quale il senatore leghista era dirigente prima di sbarcare in Parlamento. Malgrado l’ente abbia precisato con una nota ufficiale di aver “agito nel rispetto dei principi di trasparenza e imparzialità, applicando a tutti gli affittuari le medesime condizioni, non così vantaggiose, visto che il 30% degli aventi diritto non ha esercitato l’opzione d’acquisto”, la polemica a livello mediatico è tenuta ancora alta dal sistema mediatico dei progressisti.

Senatore, mi spiega perché l’Ugl le pagava l’affitto?
«Era un benefit che avevo da vicesegretario ed è stato a carico dell’Ugl fino al 2018. Da quando sono stato eletto parlamentare, con una apposita scrittura privata, sono subentrato negli oneri.
Nell’Ugl i vicesegretari e i dirigenti nazionali potevano usufruire di appartamenti in affitto. Prima di questa casa sono stato per un anno in zona Montagnola e poi in zona Colli Portuensi».

Dei Colli Portuensi ci interessa poco. Fu lei a trovare la casa in zona Cortina d’Ampezzo, ben altre alture?
«Trovai l’abitazione grazie al consiglio di un dirigente dell’Ugl. Rispetto all’altro vicesegretario dell’epoca, il mio appartamento costava 500 euro al mese in meno».

All’epoca si sapeva che l’ente avrebbe poi svenduto le case agli affittuari?
«Nel 2017 nessuna dismissione da parte dell’ente proprietario era in atto né si poteva immaginare, così come neanche si poteva immaginare che diventassi parlamentare l’anno successivo. E trovo strumentale insinuare un dubbio del genere!».

Poi però è diventato parlamentare...
«Sì. E appunto come ho detto, con apposita scrittura privata mi sono assunto gli oneri di conduzione. Il tutto in accordo con il segretario del sindacato, considerando che continuavo a rivestire comunque la carica di consigliere nazionale e che gli aspetti economici erano chiari. La natura della locazione era a uso promiscuo, parlare di subaffitto è totalmente improprio».

L’ente era a conoscenza di tutto?
«Lamia presenza nella casa è stata regolarmente denunciata dall’Ugl all’ente proprietario.
Quando siglai l’accordo con il sindacato, mi assunsi gli oneri dell’affitto così come confermato dal segretario e dalla scrittura privata in essere tra me e Ugl. La vicenda è talmente strumentale e faziosa che ho ritenuto di presentare una querela verso chiunque provi a diffamarmi. Nella querela ho depositato tutti i documenti del caso: accordo e bonifici».

Perché alla fine la casa è stata comprata dalla sua compagna e non lei?
«Enpaia ha allargato il diritto di acquisto ai conviventi. C’era questa possibilità e io e la mia compagna abbiamo optato per questa opzione, il mutuo è intestato anche a lei. Le regole di Enpaia lo consentivano. Tutto è avvenuto in maniera regolare. Basta andare a guardare le delibere del Cda dell’ente. Le dico di più. Quando Enpaia comunicò la dismissione nel comprensorio di via Cortina d’Ampezzo, la prima asta di vendita non andò a buon fine perché la delibera prevedeva che sarebbero dovute arrivare richieste di acquisto per il 50% dei fabbricati ma a scadenza del termine non si raggiunse la percentuale. Addirittura una parte dei condomini, tra i quali non di certo io, fecero un accesso agli atti a Enpaia perché ritenevano che il costo al metro quadrato degli appartamenti indicato nella perizia fosse troppo alto rispetto ai prezzi di mercato che ci sono in zona. Nonostante il ricorso, Enpaia ha tenuto gli stessi prezzi. Nessuna svendita, quindi».

Qualcuno parla di conflitto di interessi. Ma sono andato a controllare: i membri nominati dal ministero del Lavoro in Cda erano prima fino a ottobre 2022 Bruno Busacca, Caposegreteria del Ministro Poletti e nominato dallo stesso. E poi Massimo Fiorio, ex parlamentare del Pd nominato dal ministro Andrea Orlando pochi giorni prima delle elezioni? 
«Le nomine le fanno i ministri e io non ho mai fatto alcuna nomina su Enpaia. Quando sono entrato nella casa e quando l’ho acquistata non avevo alcun ruolo di vigilanza e per giunta la categoria della Ugl coltivatori non è neanche presente nella costituzione dell’Enpaia e quindi non e presente nel cda, al quale sono presenti solo tre sindacati Cgil, Cisl e Uil». 

Pensa che questa vicenda, che coinvolge anche il candidato del centrodestra alla presidenza, Francesco Rocca, possa avere effetti negativi sulla campagna elettorale nel Lazio? 
«C’è un’aria molto buona per il centrodestra. Purtroppo quando questo succede, nella sinistra alcuni non perdono occasione per fare polemiche. Si vuole spostare l’attenzione della campagna elettorale in gossip e non sui temi. Si dimenticano di alcune condanne e attaccano Rocca per vicende familiari. Ma questo non sposterà un voto, i laziali vogliono il cambiamento». 

Come intendete realizzare questo cambiamento? 
«Nel programma della Lega c’è una sanità più equa e che dia risposte alle liste d’attesa infinite e ai pronto soccorso dimenticati. Ripartiremo dalla medicina del territorio, aprendo nuovi nosocomi anziché chiuderli come hanno fatto Zingaretti e D’Amato». 

Oltre alla Sanità, Roma sembra avere un insolubile problema di immondizia... 
«Sui rifiuti l’obiettivo è chiudere il ciclo, realizzando nei più brevi tempi possibili il termovalorizzatore che serve a Roma. Poi c’è la sicurezza, altro tema fondamentale come dimostrano i casi di Alatri e di Ostia. E finalmente potremo far ripartire le infrastrutture. Non se ne fanno da anni. Grazie a Salvini verrà sistemata la Salaria e realizzeremo la Roma-Latina e la Cisterna-Valmontone, senza parlare degli interventi sul porto di Civitavecchia».

Dai blog