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Ilaria Cucchi, Storace: a sinistra, ecco l'ultimo megafono di Cospito

 Ilaria Cucchi

Francesco Storace
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Ci fai o ci sei? Sarebbe questa la domanda da porre ad Ilaria Cucchi, senatrice della Repubblica, che si è prestata (speriamo inconsapevolmente) a fare da megafono ad Alfredo Cospito. L’esponente dell’Alleanza verdi-sinistra è stata l’ennesima politica a recarsi a visitare in carcere il terrorista anarchico. Anche lei preoccupata delle sue condizioni di salute, dei suoi diritti eccetera eccetera. Senza comprendere appieno che cosa voglia dire la detenzione secondo l’art. 41-bis dell’ordinamento penitenziario. Un detenuto sottoposto a quel tipo di regime carcerario non deve avere alcuna possibilità di contatto col mondo esterno, non può trovarsi nelle condizioni di mandare messaggi all’organizzazione criminale-terroristica di cui ha fatto parte fino all’ingresso in galera. Ma se al posto suo sono i parlamentari a raccontare al mondo cose che i suoi compagni non possono sapere in altro modo, il clima si incendia sempre di più. E chissà se anche queste sono violazioni di legge.

LA SUA BATTAGLIA
La Cucchi ha detto ai giornalisti che Cospito non intende sottoporsi a visite psichiatriche, che erano state proposte per la sua condizione fisica e mentale; che continua con la sciopero della fame; e che prosegue la sua “battaglia politica”. Musica per le orecchie degli anarchici pronti a tutto. L’anarchico è in sciopero della fame da più di 100 giorni e l’avvocato Flavio Rossi Albertini ieri aveva dichiarato che il suo assistito ha perso più di 30 kg ed è “assolutamente provato”. Tutto congiura in favore di una battaglia politica che le forze dell’ordine temono possa esplodere in maniera molto violenta nelle varie città italiane. Di più, perché la propaganda serve sempre, il detenuto ha affidato un altro messaggio alla senatrice Cucchi: non voglio più vedere politici che vengano a trovarmi. E che cosa è se non un segnale esplicito ad individuare in essi i nemici del popolo? Meglio i mafiosi che frequenta in carcere rispetto ai parlamentari?

Insomma, dalla cella Cospito detta le sue condizioni. «Non pensate a me, ha ripetuto ieri, ma agli anziani e agli altri detenuti che stanno qui al 41-bis», che poi sono altri terroristi o mafiosi e camorristi. Un tasto toccato proprio da Ilaria Cucchi, che ha raccontato le “condizioni allarmanti” del detenuto, dicendosi ovviamente molto provata e preoccupata: «La prima cosa che mi ha detto è che non vuole più incontrare politici e che mi ha ricevuta solo per la mia storia», racconta. Inoltre, Cospito ha invitato Cucchi «a non pensare a lui, ma ai detenuti anziani e malati che sono al 41 bis». E «la cosa che più mi mette preoccupazione è che non ha nessuna intenzione di interrompere lo sciopero della fame. Dice che per lui è una lotta politica».

BENZINA
E ai giornalisti che le chiedevano se Cospito si preoccupi degli episodi violenti nel Paese per mano degli anarchici, la Cucchi ha risposto così, e sembra davvero incredibile: «Parliamo di strumentalizzazione, io trovo che stia avvenendo qualcosa di assurdo ma oggi non voglio parlare di questo, mi voglio concentrare sull'esperienza che ho vissuto, sulla situazione di salute di questo detenuto e su tutto quello che mi porto a casa». E ciò che la Cucchi dice di portarsi a casa è benzina per i seguaci dell’anarchico. Sulla rete come sui muri delle città si susseguono minacce e proclami di lotta, che accomunano tutti i detenuti al 41-bis, mafiosi inclusi dunque.

Una saldatura tra gruppi paraterroristici e cosche mafiose che preoccupa non poco. Ci sono movimenti estremistici che plaudono all’occupazione della facoltà di Lettere alla Sapienza e sostengono che lo Stato voglia far morire Cospito. Lo fa il movimento “Cambiare rotta”, ignorando che il detenuto è stato portato in un carcere adatto alle cure di chi ha bisogno e che semmai è lui a rifiutarle, come raccontano gli illustri portavoce che vanno a fargli visita. Il clima si sta facendo davvero pesante nel nome di una “battaglia” politica che vorrebbe costringere lo Stato alla resa di fronte a chi punta a sovvertire le regole. Ma mai come in questo momento c’è davvero bisogno di fermezza e serietà.

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