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Cospito, Fazzolari sospetta: "Cosa inquieta dei dem in carcere"

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 "Il concetto è molto semplice secondo me: le forze politiche dovrebbero avere la capacità di distinguere quando si gioca e si può fare anche polemica politica, da quando è il momento della fermezza". Giovanbattista Fazzolari, senatore di Fratelli d'Italia e sottosegretario alla presidenza del Consiglio, uno degli uomini più vicini a Giorgia Meloni, non usa mezze misure in una intervista al Messaggero. Sulla vicenda Cospito, spiega, qualcuno sta giocando con il fuoco: "Diciamo che ci preoccupa il clima che si sta surriscaldando e il fatto che non ci sia una totale, fermissima condanna da parte di tutte le forze politiche. Abbiamo dovuto aspettare le 17 di questo pomeriggio (ieri, ndr), per leggere un anonimo comunicato del Pd, firmato 'Pd Camera', di solidarietà alle minacce ricevute dal ministro Crosetto e dal premier Meloni. Comunicato che riesce nell'impresa di non dire da chi sono venute le minacce e di non usare mai le parole 'Cospito', 'anarchici', 'terroristi'. Un capolavoro".

 

 

 

L'invito del governo, rivolto a tutti, è di "mettere da parte la volontà di politicizzare questa vicenda per attaccare il governo. La priorità è schierarsi con lo Stato e contro i criminali". E ritiene che i colleghi di opposizione non l'abbiano fatto: "Ditemi quanti comunicati avete letto in cui esponenti Pd fanno una chiara e fermissima presa di posizione in questo senso. Registro che un autorevole esponente delle primarie dem, Elly Schlein, a domanda precisa ha risposto 'no comment'. Perché sarebbe imbarazzante schierarsi con lo Stato?". 

 

 


Non siamo certo di nuovo al famoso 'né con lo Stato, né con le Br' degli anni Settanta: "No, a quello no. Ma ricordo che questi signori, gli anarchici, non sono ragazzotti che giocano ma veri terroristi". La visita in carcere a Cospito e ai boss mafiosi da parte di alcuni esponenti Pd, "in sé non è un errore. Ma qui - secondo le ricostruzione del Fatto - emergono contorni inquietanti. I deputati Pd hanno incontrato dei boss mafiosi su indicazione di Cospito. Non era certo una visita come quelle che fanno i Radicali, che vanno a trovare qualsiasi tipo di detenuto. Quando invece si sceglie da chi andare, si rischia di dare un altro messaggio, di vicinanza". Per quel che riguarda, infine, i colleghi di partito Donzelli e Delmastro, che hanno rivelato i particolari delle intercettazioni tra Cospito e i mafiosi, contenuti in un'informativa del Dap: "L'unica cosa che vedo in questa vicenda, e lo dico con una certa ammirazione, è la capacità della sinistra di rovesciare i fatti. Lo Stato non si è piegato alla trattativa Stato-mafia e non deve piegarsi a quella Stato-anarchici. Non può passare il principio secondo cui chi alza il livello dello scontro ottiene favori dallo Stato. Anche perché, a quel punto, la mafia avrebbe strumenti - diciamo così - molto più efficaci di manifestazioni o auto che saltano". 

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