Rocca, "mi attaccano sui soldi e poi loro...": il gioco sporco del Pd
Politici e case di pregio: questione che da sempre scalda il dibattito, specie in campagna elettorale, e agita i paladini anti -casta convinti che esponenti delle istituzioni debbano forse vivere in catapecchie di periferia o non acquistare un immobile usufruendo di agevolazioni, ove possibile. Ora, il quotidiano Domani, diretto da Stefano Feltri, ha stabilito che Francesco Rocca, candidato del centrodestra alla presidenza della Regione Lazio, ha fatto il furbetto comprando casa con lo sconto dall’Enpaia, ente previdenziale degli agricoltori. E come lui il sottosegretario leghista al Lavoro Claudio Durigon. Pd e Cinquestelle hanno subito urlato allo «scandalo», per il leader di Azione Calenda si tratta di «fatti gravissimi» e il capo dei Verdi Angelo Bonelli ha annunciato un’interpellanza urgente. Noi abbiamo chiesto chiarimenti al diretto interessato.
Rocca, anche lei è scivolato sulla casa “a sua insaputa”?
«No, qui siamo proprio fuori strada. Non c’è nessuna casa a mia insaputa. Casomai il contrario: è tutto alla luce del sole e ci sono le carte che dimostrano i miei pagamenti regolari».
Il Domani scrive che lei ha acquistato un appartamento di lusso di 200 metri quadrati in via Cortina d’Ampezzo, a Roma nord, pagandolo molto meno del prezzo di mercato. È così?
«No. Sul lusso invito i suoi colleghi a venire a dare un’occhiata: ci sono lavori importanti da fare, cade l’intonaco, bisogna ristrutturare all’esterno, non parlerei certo di una dimora lussuosa. Infatti nella mia palazzina ci sono nove appartamenti di cui quattro vuoti, segno che evidentemente non è così vantaggioso...».
La zona, però, è ambita.
«Ma io abito a Roma nord dal 2004! Ed ero già in affitto, pagavo un canone di circa 2.400 euro. Ho scelto quella via e quell’appartamento perché affaccia sul verde, sono al terzo piano, mi ricorda un po’ la pineta di Ostia dove sono cresciuto».
La polemica, però, è sullo sconto del 30% che l’Enpaia ha praticato agli inquilini residenti da almeno 36 mesi che hanno deciso di comprare. Trenta per cento, lo ammetterà, non è male...
«Sì, ma è tutto in regola e chiunque ne avrebbe potuto beneficiare. Non c’è stato alcun favoritismo nei miei confronti. Non conoscevo nessuno all’Enpaia e mi sono limitato a cercare casa leggendo gli annunci sul sito, come capita anche a voi giornalisti con le case dell’Inpgi. Io poi sono entrato nella primavera-estate del 2019 e lo sconto è stato deliberato dall’Enpaia due anni dopo, quindi di cosa parliamo?».
Del pagamento. I suoi avversari le contestano la cifra troppo bassa: 600mila euro. Il Pd D’Amato dice che lui abita in borgata, lei nei quartieri vip.
«Ma guardi, tutto questo moralismo per una vicenda che è assolutamente trasparente non l’ho visto, invece, per la condanna di Alessio D’Amato da parte della Corte dei Conti. È stato condannato per distrazione di fondi regionali e viene a fare la morale a me? Oltretutto, questa distrazione di soldi pubblici è grave due volte vista la destinazione di quei fondi e lui non ha nemmeno rinunciato alla prescrizione. La sua onlus doveva occuparsi di una zona fragile del mondo, l’Amazzonia, e invece questa è la sinistra mondialista che si straccia le vesti: predica bene poi razzola male. Io ho acceso un mutuo in banca, come fanno tutti i cittadini. Non ho avuto regali».
Anche Donatella Bianchi, candidata M5S, vi attacca parlando di “insulto alle famiglie che non riescono a pagare un mutuo” e Conte tuona contro “i privilegi della vecchia politica”.
«Proprio Conte parla: l’uomo dagli hotel da mille euro a notte? Non rispondo neanche. Mi dispiace che venga strumentalizzata una vicenda assolutamente limpida, Mi fa tristezza».
Com’è da vicino di casa il sottosegretario Durigon?
«Ma non è il mio vicino! Non abita proprio nel mio comprensorio, neanche nella mia stessa via. Ho scoperto dal Domani che abita in zona. Non sapevo neppure che Franco Frattini vivesse lì».
Rocca, tra poco più di una settimana si vota e dall’inizio della campagna elettorale lei è stato al centro delle polemiche. Prima per via dei suoi problemi del passato, poi per le dichiarazioni di suo fratello, adesso per la casa. Non ha mai pensato: “Chi me l’ha fatto fare?"
«No. Sono convinto di quello che faccio e non rinnego nulla. Io credo che dall’altra parte sia in atto una crisi di nervi. Mi attaccano su ciò che ho fatto da ragazzo mentre dimenticano il resto della mia vita, il mio lavoro nella Croce Rossa e il prestigio che ho portato a questo Paese. Loro si sentono padroni della solidarietà e prima, quando ero presidente della Croce Rossa, mi invitavano nei salotti buoni della sinistra, facevo comodo, adesso perché sono il candidato del centrodestra mi attaccano».
Prenderà la tessera di Fratelli d’Italia?
«Sono un candidato civico di area di centrodestra. Non ho la tessera, non mi iscrivo».
La sua giunta sarà composta più da tecnici o da esponenti politici? È consapevole che dovrà mediare tra Fdi, Fi e Lega?
«È tutto prematuro, non mi faccia parlare di nomi. Vorrei una squadra competente».
Parliamo di sanità. È meglio un assessore medico, che abbia passato tutta la vita in reparto, o un manager?
«Non si sceglie così, secondo me. Io ho diretto ospedali eppure ho cominciato da avvocato penalista. La sanità è importantissima e riorganizzarla sarà la mia priorità. Mi metterò a testa bassa, partendo dalla digitalizzazione dei posti-letto. È una questione di dignità».
È appena stato al Sant’Andrea con Fabio Rampelli. Come sono i rapporti tra voi?
«Sono legato a quella struttura e con Fabio siamo amici e condividiamo gli stessi valori. Mi faccia dire che oggi (ieri, ndr) ho anche incontrato monsignor Fisichella per parlare del Giubileo del 2025, una sfida fondamentale per il Lazio».