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Pd, Borghi contro Donzelli: "Come sotto il fascismo"

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"Da oggi in avanti la maggioranza di governo potrà usare il lavoro di indagine di corpi dello Stato per colpire le minoranze parlamentari? Vorrei ricordare che in Italia è già successo, purtroppo": Enrico Borghi, chiamato a commentare il caso Cospito e la successiva bagarre in aula tra Giovanni Donzelli e le opposizioni, lancia l'allarme fascismo. Quello, infatti, il periodo cui si riferisce, come sottolineato anche dalla giornalista che lo ha intervistato su Repubblica.

 

 

 

"Non si può neppure per un momento alimentare il dubbio che notizie classificate, oggetto di attività connesse alla sicurezza della Repubblica, possano essere diffuse o peggio ancora strumentalizzate per fini politici", ha continuato il senatore del Pd e anche membro del Copasir, il Comitato che vigila sulla nostra Intelligence, di cui Giovanni Donzelli è vicepresidente. "Sono preoccupato per la tenuta delle istituzioni", ha aggiunto. E ancora: "Dopo un precedente simile, con quale stato d’animo gli apparati di sicurezza italiani, o quelli dei Paesi alleati con cui abbiamo consuetudine di rapporti, potranno venire al Copasir, a riferirci notizie sensibili per la sicurezza nazionale? Il timore che possano essere rivelate per ragioni di lotta politica sarebbe troppo alto, con danni potenzialmente irreparabili".

 

 

 

Borghi, poi, ha spiegato che Donzelli dovrebbe - a suo dire - "autosospendersi e non partecipare alle sedute (del Copasir, ndr): "Se proprio non si vuole dimettere sarebbe un gesto di responsabilità per evitare di compromettere la credibilità e il corretto funzionamento dell’istituto che ha compiti di vigilanza e di indagine, fondati sulla segretezza assoluta". Infine, sull'eventuale intervento di Giorgia Meloni, ha detto: "La responsabilità dei servizi segreti è in capo al presidente del Consiglio, avrebbe già dovuto farlo. Questo non è uno scherzo".

 

 

 

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