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Rita Dalla Chiesa e il 41 Bis: "Io soltanto al cimitero"

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La polemica che sta coinvolgendo Giovanni Donzelli e Andrea Delmastro non piace a Rita Dalla Chiesa. La figlia del generale Carlo Alberto, scomparso proprio per mano della mafia, non può che accusare chi difende gli anarchici e chiede l'abolizione del 41 bis. "Sono rimasta indignata ascoltando alcuni dibattiti in televisione sulla questione del 41 bis. E la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la frase: possono vedere i loro familiari soltanto una volta al mese. I figli e parenti delle vittime di mafia e di terrorismo, però, non hanno questa fortuna. E se voglio vedere mio padre devo andare al cimitero di Parma". A detta della deputata di Forza Italia alcuni temi vanno trattati con le pinze, "sembra quasi che si voglia compatire queste persone. Poverini! Sembrano dire. Ma poverini cosa?".

 

 

Il dibattito è nato per le condizioni di salute di Alfredo Cospito. L'anarchico, da dieci anni in carcere per la gambizzazione dell'ad di Ansaldo Nucleare, ha aderito allo sciopero della fame. Guarda caso iniziato proprio con l'arrivo del centrodestra al governo. "Da garantista - prosegue sulle colonne del Giornale - mi colpisce profondamente la questione della salute, di fronte alla quale non c'è cittadino di serie A e cittadino di serie B. Detto questo, mi va benissimo che Matteo Messina Denaro riceva tutte le cure del caso in carcere se sta male. È suo diritto essere curato e nostro dovere curarlo. Ma il caso di Cospito è diverso. Si tratta di una malattia auto-imposta con lo sciopero della fame. Lo Stato faccia tutto il possibile per salvarlo. Ma nessuno è al di sopra della legge".

 

 

Per non parlare poi di chi punta il dito contro l'esecutivo e i suoi ministri: "Non voglio più sentire, come mi è capitato poco fa in aula, che se Cospito muore è colpa del ministro Nordio. Che insomma è una vittima di Stato. Tutto questo è vergognoso". A maggior ragione se si considera che "nessuno parla dei poliziotti colpiti. Per quale motivo? Gli anarchici mi fanno paura come i terroristi". E le minacce a Meloni, Nordio e Piantedosi non sono da meno: "Oggi sono violenza e tutti devono prendere le distanze da questi ricatti".

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