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Cospito, Sallusti: qui non si tratta. Assistenza sanitaria, nulla di più

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Pur sgangherato quanto si vuole, questo Stato per non cedere al ricatto delle Brigate Rosse ha sacrificato un suo primo ministro, Aldo Moro, uno dei grandi statisti, comunque la si pensi, che l’Italia ha avuto. Pur sgangherato com’è, questo Paese per non cedere ai ricatti della mafia ha sacrificato decine di suoi servitori tra ragazzi delle forze dell’ordine, magistrati, politici e pure qualche giornalista. Insomma, tra i mille difetti italici quello della trattativa palese con il nemico non è proprio, per fortuna, il nostro forte. Per cui non si capisce perché oggi si dovrebbe cedere al ricatto delle brigate anarchiche che stanno disseminando di bombe e bombette l’Italia e le sue sedi diplomatiche estere per ottenere la revoca del carcere duro per un delinquente abituale amico loro che di nome fa Alfredo Cospito, un signore – si fa per dire - il cui curriculum criminale potete oggi leggere qui su Libero.

 

Il carcere duro, dizione impropria della legge 41 bis, è previsto dal nostro ordinamento per gravi reati di mafia e terrorismo il cui autore non solo non si pente ma dalla cella prova a tenere le fila dell’organizzazione cui appartiene e non è una forma di tortura bensì di sicurezza nazionale (attualmente i detenuti in quelle condizioni sono 749). Cospito non ci sta e per riguadagnare spazi di agibilità senza alcun ripensamento dei suoi folli intenti bombaroli tempo fa ha iniziato uno sciopero della fame che sta mettendo a prova il suo fisico tanto che ieri è stato trasferito, sempre in regime di 41 bis, dal carcere di Sassari, dove era rinchiuso, in una struttura penitenziaria meglio attrezzata dal punto di vista dell’assistenza sanitaria.

 

Ecco, per i terroristi anarcoidi questo signore è un eroe disposto a sacrificare la sua vita per la causa. Se lo Stato cedesse, il precedente sarebbe devastante: una dieta forzata ed ecco che anche Matteo Messina Denaro tornerebbe probabilmente a comandare Cosa Nostra sia pure da una cella. No, se per Alfredo Cospito permangono i requisiti dell’isolamento al 41 bis non lo decidono le bombe degli anarchici né gli opinionisti simpatizzanti bensì gli organi preposti che sono i tribunali e il ministero della Giustizia. Fino ad allora, tutta l’assistenza sanitaria che serve ma, a nostro avviso, nulla di più.

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