Pd, bufera sull'inno d'Italia: "Sono dei Balilla"
È una tragicomica ossessione per le camicie nere, quella di Repubblica. Le vedono ovunque, anche quando le camicie sono bianche e sopra c’è un gilè blu. L’ultimo tormento è dell’altro giorno, a Latina, terra di patriottiche bonifiche. “Non passava un istante senza pensare a lei, tutto quanto mangiava e beveva avere il sapore di lei, la vita era lei a ogni ora e ovunque”, scriveva Gabirel García Márquez in Dell’amore e di altri demoni. Non parlava però della camicia.
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All’hotel Europa c’era questo drappello, pardon, un gruppetto di ragazzini del liceo Giulio Cesare di Sabaudia i quali in camicia bianca e gilè blu, «mano destra sul cuore»- scrive Repubblica - «hanno cantato l’inno». “All’armi siam fascisti”? No, quello di Mameli. E quindi? Quindi niente, succede decine di volte al giorno in decine di scuole diverse che in occasione di qualche particolare evento gli studenti intonino il Canto degli Italiani. E questa volta all’hotel Europa di Latina, dove oltre ai giovani del Giulio Cesare c’erano anche quelli del Buonarroti e del San Benedetto, c’era in visita il ministro leghista dell’Istruzione Giuseppe Valditara. La cui presenza, riporta il giornalone, è stata perfino salutata da «un omaggio floreale», e che scandalo. C’era anche il sottosegretario all’Istruzione, Claudio Durigon che è di Latina - e tanto è bastato per far scrivere a Repubblica che «nessuno ha intonato l’inno dei balilla moschettieri», (ma davvero?), «ma l’atmosfera che si respirava nella sala conferenze dell’hotel Europa era di quelle d’altri tempi, tanto che nel capoluogo pontino, dove ferve la polemica per il convegno sulla scuola organizzato dalla Lega (e come no, nun se parla d’artro), c’è chi ironizza parlando dei “balilla di Durigon”».
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Il motivetto, in effetti, risuona fino a Milano: “Duce, dei tuoi balilla/alta la fede squilla!/Più dolce nome/del tuo non c’è!/Duce! Duce! Per te!”. Un paio d’anni fa Durigon era stato impallinato perché aveva proposto di ripristinare la vecchia intitolazione ad Arnaldo Mussolini, fratello minore del Duce, a un parco pubblico di Latina poi intitolato ai giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Ecco che per le penne di sinistra torna il Ventennio, e non è bastata una recente campagna elettorale impostata sul fascismo e ovviamente strapersa a farle tornare ai giorni nostri e alla realtà. «È incredibile», dice a Libero Durigon, «c’erano tre presidi che stavano illustrando i lavori legati al Pnrr, ovviamente neanche una bandiera di partito, e poi leggo queste cose». Più divertito che arrabbiato, va detto. Arriva un comunicato della senatrice del Pd, Cecilia D’Elia: «Secondo notizie di stampa all’incontro elettorale organizzato dalla Lega, con la partecipazione del ministro Valditara, del sottosegretario Durigon e di un candidato alle prossime elezioni regionali, hanno preso parte intere scolaresche e persino il coro di un istituto comprensivo locale. Mi chiedo a che titolo sia stata possibile tale partecipazione». Qui Durigon un po’ si arrabbia: «Ma quale incontro elettorale! Essendoci un ministro della Lega c’era qualche candidato seduto in sala, è normale, ma nessuno di loro ha parlato. Il Pd pensasse ai danni che ha combinato in Lazio!». Tra due settimane, ai Dem, gli elettori intoneranno il De profundis.Altro che balilla moschettieri...