L'aereo inquina: cancellata la visita ad Auschwitz
Liliana Segre, internata ad Auschwitz da bambina, ha detto di temere che tra pochi anni la Shoah sarà una riga nei libri di storia e che, tra qualche lustro, nessuno se ne ricorderà più. «Gli ebrei hanno stancato» è stato il suo allarme. Un episodio della cronaca pare darle ragione. Éric Piolle, il sindaco di Grenoble, più ambientalista di Bonelli e più comunista di Fratoianni, ha cancellato il viaggio di testimonianza di un centinaio di ragazzi francesi nel campo di concentramento in Polonia dove venne imprigionata la nostra senatrice a vita. Ragioni di opportunità e sicurezza, è stata la laconica motivazione, ma in Francia è partito un circostanziato j’accuse.
Chi ben conosce il sindaco infatti sostiene che egli abbia fermato la missione degli studenti per due motivi. Il primo perché avrebbero dovuto raggiungere il lager in aereo, e quindi inquinare. Il secondo perché la Polonia è praticamente in guerra e lui, ortodosso a quel che pensa l’ultrasinistra europea, più che essere contro il conflitto scatenato da Putin è contro la resistenza ostinata orchestrata da Zelensky, che non ci stupiremmo se il sindaco considerasse un nazista, proprio come pensa Putin. Non saranno quindi l’indifferenza e la sciatteria della politica e delle nuove generazioni a cancellare la memoria dell’Olocausto.
Se i nazisti non sono riusciti nel loro obiettivo primario, annientare un popolo, gli eredi ridipinti dei nazisti riusciranno, per un’eterogenesi dei fini a centrare l’obiettivo secondario, cancellare il ricordo degli orrori delle SS. Per uno di quei giochi della storia beffardi e tragici quanto inesorabili e matematici, la follia disumana di Hitler e della Gestapo trova un alleato in un altro delirio ideologico, di opposto colore, quello che in nome della pace vuole annullare il diritto alla difesa della propria nazione e in nome del rispetto della natura combatte le conquiste del progresso. È la riprova che il nazismo non ha un colore, è un atteggiamento verso il mondo, fondato sul disprezzo di tutto quello che è altro, da se stessi e dalle proprie idee.