Mezz'ora in più, “cambiare nome?”: il piano di Elly Schlein per “ripulire” il Pd
A Mezz’ora in più, la trasmissione di Rai3 condotta da Lucia Annunziata, è andato in scena il primo confronto tra i quattro candidati alla segreteria del Pd. Senza nulla togliere a Paola De Micheli e a Gianni Cuperlo, è evidente che l’interesse maggiore è rivolto alle parole di Stefano Bonaccini ed Elly Schlein: il primo è il grande favorito per succedere a Enrico Letta, mentre la seconda è l’outsider che può sconvolgere i giochi all’interno del Pd.
La Schlein ha offerto la sua visione sulla direzione che dovrebbe prendere il partito: “Non è fondamentale cambiare nome se non cambiamo facce, metodo e se non c'è una visione comprensibile. Serve una discontinuità netta. Non possono essere sempre gli stessi interpreti a fare una credibile rottura col passato. Credo che siano stati fatti degli errori - ha aggiunto - e bisogna avere l'umiltà di ammetterli. Credo siano tre le grandi questioni che il partito deve affrontare: contrasto a ogni forma di diseguaglianza, tema del lavoro e l'emergenza climatica”.
Meno drastico Bonaccini, che però avverte la stessa necessità di cambiamento: “C'è una classe dirigente, più o meno sempre la stessa, che va cambiata, ma non perché dobbiamo rottamare qualcuno. Non dobbiamo chiedere scusa se chiediamo a chi è stato classe dirigente, senza farci vincere, di mettersi in panchina. Siamo stati al governo per un decennio senza mai vincere o perdendo le elezioni. Se divento segretario garantisco che noi al governo ci torneremo solo quando vinceremo le elezioni. Abbiamo dato l'impressione di essere aggrappati al potere”.