Pd, Anna Ascani: "La strada è tracciata". Come muore il partito
E venne il giorno dell'Assemblea del Pd. L'ennesima. Ultimo atto di un interminabile "dialogo" interno in vista delle primarie di fine febbraio. Ultima assemblea, dunque, per Enrico Letta segretario. E lo stesso Letta ha stupito, affermando: "Volevano sostituirci, ma non ci sono riusciti". Già, perché c'è ben poco da sostituire: il Pd, de facto, è sparito da tempo, scomparso, finito, kaputt.
Degno di nota, poi, l'intervento di Livia Turco, che colta da moto di nostalgia è scoppiata in lacrime, letteralmente, mentre si compiaceva per il ritorno nel partito dei "compagni" di Articolo 1. Insomma, il nuovo che avanza (e, ovviamente, si fa per dire).
Quindi eccoci ad Anna Ascani, vicepresidente della Camera e vicepresidente del Pd stesso, la quale si inserisce in un qualche modo nel solco "nostalgico" e rosso-stinto tracciato dalla Turco. Nel suo intervento in assemblea, infatti, afferma: "Quando ci diciamo riformisti non diciamo qualcosa di vacuo, di vuoto o di alternativo all'essere progressisti - premette -. Siamo tutti riformisti perché crediamo nella possibilità di cambiare quello che non funziona, attraverso un faticoso e paziente processo di riforma".
Dunque, ecco che Anna Ascani sgancia la bombetta retorica: "La stagione più grande della nostra storia politica in questo senso è quella dell'Ulivo. Nella stagione ulivista, il centrosinistra ha saputo interpretare la volontà della maggioranza delle cittadine e dei cittadini italiani: mettendo in discussione lo status quo, cambiando la realtà e facendo le riforme. Riconoscendo che veniamo da lì, da quel simbolo dell'Ulivo che è dentro il nostro simbolo Pd, abbiamo la strada tracciata, non dobbiamo inventarci nulla. Possiamo trasformare quelle idee in governo e concretezza", conclude Anna Ascani. Insomma, clamoroso ma vero: quasi 16 anni dopo la fondazione del Pd, si torna all'Ulivo. O almeno, la Ascani propone di farlo. E ancora: il nuovo che avanza (si fa per dire).