Fondi russi alla Lega, chiesta l'archiviazione. Lo sfogo di Salvini nella chat
Dopo tre anni e mezzo di indagini, la procura di Milano ha chiesto l’archiviazione per Gianluca Savoini, fondatore dell’associazione Lombardia-Russia, l’avvocato d’affari Gianluca Meranda e l’ex bancario Francesco Vannucci - indagati per corruzione internazionale - per l’affare dell’hotel Metropol e i presunti fondi russi alla Lega. Al centro dell’incontro d’affari a Mosca, a cui prendono parte sei persone, ci sarebbe stata, secondo la procura di Milano, un’operazione sospetta di corruzione legata all’importazione in Italia di una grande quantità di petrolio che, nelle parole di chi starebbe trattando, in un anno avrebbe dovuto far affluire 65 milioni di dollari nelle casse della Lega e permettere così al partito guidato da Matteo Salvini di affrontare la campagna elettorale (in quel momento erano le europee).
Dalle conversazioni tra gli indagati la procura avrebbe tratto "elementi, sia pure indiretti, indicativi del fatto che Salvini fosse informato delle trattative sull’operazione di acquisto di prodotti petroliferi dalla Russia", senza però che siano "mai emersi elementi concreti" sul fatto che avesse personalmente partecipato o che fosse stato messo al corrente del proposito di destinare parte dei soldi ricavati dalla transazione ai mediatori russi perché pagassero pubblici ufficiali russi. Per questo "nessuna attività di indagine" era mai stata fatta nei confronti di Salvini, il quale non è stato mai indagato.
Secondo quanto riporta AdnKronos il leader leghista ha inviato nelle chat dei parlamentari del Carroccio il lancio di agenzia con la notizia, sottolineando come "il tempo è sempre galantuomo."
"Come affermo da anni, La Lega non ha mai cercato né ricevuto finanziamenti dall’estero, tanto meno dalla Russia, con l’archiviazione della vicenda si chiude finalmente un capitolo, una storia per cui ci hanno attaccato ingiustamente per anni", ha commentato Giulio Centemero, deputato e tesoriere della Lega.