Sallusti zittisce gli anti-Meloni: "La leader dell'opposizione non c'è più"
"Incoerente" è l'aggettivo che in questi giorni va per la maggiore nella stampa di sinistra per definire Giorgia Meloni e il suo governo. Già, si scrive che "dieci anni fa aveva detto", che "sei anni fa aveva dichiarato", che "nel programma aveva scritto", per segnalare con l'enfasi dei toni scandalistici vere o presunte discrasie fra vecchie parole - per lo più slogan elettorali - e nuovi fatti.
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Al netto che ovviamente si tratta di attacchi strumentali che potrebbero essere fatti a qualsiasi politico di qualsiasi partito, a me sembra che si stia tentando di confrontare le mele con le pere. La coerenza di Giorgia Meloni, a meno di clamorosi voltafaccia, va misurata sulla corrispondenza tra ciò che dice e ciò che fa da Primo ministro e sul raggiungimento degli obiettivi strategici annunciati agli italiani nel momento in cui ha presentato in Parlamento, ottenendo una larga fiducia, il programma del suo governo. Sul primo punto al momento non vedo alcuna incoerenza, sul secondo andrà giudicata in un lasso temporale compatibile con la difficoltà della missione, lasso non certo misurabile in settimane e neppure in pochi mesi.
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Che le strade per raggiungere gli obiettivi e mantenere le promesse si discostino poco o tanto da quelle indicate da capo dell'opposizione importa zero, anzi lo trovo naturale. Chiunque di noi a un certo punto della vita sia diventato padre per la prima volta, condizione inedita, ben sa che quello è il punto in cui ha dovuto prendersi responsabilità che hanno modificato i pensieri e gli atteggiamenti che aveva e teneva fino al giorno prima, ma non per questo ci siamo snaturati o abbiamo tradito i principi in cui credevamo. Siamo rimaste le stesse persone che coerentemente con la mutata realtà abbiamo preso atto di una situazione nuova e di un nuovo ruolo nella vita.
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In politica è la stessa cosa. La Giorgia Meloni leader dell'opposizione non c'è più, se ne facciano una ragione quelli che tutti i giorni vanno a spulciare gli archivi a caccia di incoerenze. L'unica coerenza che la Meloni deve rispettare è governare questo paese al meglio delle sue capacità e possibilità, su questo noi, ma soprattutto i suoi elettori, saremo giudici implacabili. Tutto il resto appartiene alla propaganda, legittima per carità, delle opposizioni. E comunque io la penso come Oscar Wilde: "Noi non siamo mai più fedeli a noi stessi di quando siamo incoerenti".