Benzina, Lollobrigida: "Perché non tagliamo le accise"
Il caro-benzina preoccupa il governo. Giorgia Meloni ha deciso di non prorogare il taglio delle accise sui carburanti introdotto da Draghi per un motivo ben preciso. Lo spiega Francesco Lollobrigida, ministro dell'Agricoltura e numero due di FdI, in un'intervista a La Stampa: "Bisogna fare delle scelte. Ora che i carburanti sono tornati a prezzi più contenuti, le poche risorse che abbiamo vanno usate per interventi più mirati. Lo sconto sulle accise è molto costoso. Ora è tempo di investire sulla crescita". Nel frattempo, però, i due alleati di governo, Lega e Forza Italia, chiedono di fare qualcosa sui prezzi. A tal proposito Lollobrigida ha spiegato: "Stiamo decidendo, ci potrebbero essere interventi mirati a specifici settori da salvaguardare, come peraltro già abbiamo fatto per l’agricoltura, la pesca e l’autotrasporto".
Benzina, ecco il trucco con cui ti truffano alla pompa: la GdF svela lo scandalo
Riferendosi all'ormai famoso video della Meloni che si lamenta del peso delle accise alla pompa, il ministro ha sottolineato: "Era una battaglia giusta, che rivendichiamo, ma ora viviamo in tempi eccezionali. Il conflitto in Ucraina e l’aumento dei prezzi dell’energia hanno mutato il quadro e questa congiuntura ci obbliga a scegliere". Nessuna preoccupazione, invece, sul rapporto con l'Europa: "Il governo ha già ottenuto due risultati. Il primo è smentire la propaganda che voleva un’Italia isolata. Il fatto che la presidente della Commissione europea abbia già avuto due incontri in pochi mesi con Giorgia Meloni, l’ultimo dei quali molto proficuo, dimostra che quella narrazione era falsa. Poi c’è il successo nella partita del tetto al prezzo del gas". Non è successo nulla, insomma, di ciò che aveano predetto i più pessimisti. "Da quando siamo al governo la Borsa è cresciuta, lo Spread non è certo aumentato come diceva qualcuno e il prezzo del gas è sceso", ha rivendicato Lollobrigida.
"40 milioni di auto". Ghisleri avvisa Meloni: su cosa rischia tantissimo
Il ministro poi ha ribadito come tra le riforme del 2023 ci sarà sicuramente il presidenzialismo: "La strada dipenderà dall’atteggiamento delle opposizioni. Se decideranno di collaborare con senso dello Stato allora si può passare attraverso una bicamerale, se, invece, troveremo atteggiamenti ostruzionistici allora ci potrà essere un’iniziativa del governo. Quello che è certo è che vogliamo dare agli italiani una riforma che faccia uscire lo Stato dalle pastoie partitocratiche che hanno ridotto le elezioni a banali liturgie e non al momento più alto per decidere le sorti del Paese".
"La ho appena ricevuta". Mannhermer avverte Meloni: su cosa rischia