"Fatelo ma senza di me". Bossi ha scelto: per Salvini cambia tutto
«Se volete andare con la Moratti fatelo, ma senza di me. Io ho dato la parola ad Attilio Fontana e io la mia parola la mantengo». È questo il discorso che un irremovibile Umberto Bossi avrebbe rivolto alla parte del Comitato Nord più propensa al salto col Terzo Polo in occasione delle Regionali di febbraio in Lombardia. Una presa di posizione dura - che vi avevamo anticipato nei giorni scorsi - che ha costretto una parte del Comitato a fare i conti con la realtà e a dichiarare che «Comitato Nord appoggerà Fontana alle regionali». Sulla decisione ha avuto un ruolo anche il mezzo sgambetto fatto dalla Moratti al Comitato. Mangiata la foglia sul possibile mancato sostegno di Bossi, la candidata del Terzo Polo ha ritirato la disponibilità a candidare alcuni componenti del correntino nella sua lista civica, imponendo la creazione di un soggetto civico autonomo. Una richiesta che ha spiazzato in maniera definitiva gli ex leghisti. E anche chi, da dentro il Carroccio, ne tirava le fila.
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FORTI FRIZIONI
Il problema ora si sposta all'interno del correntino stesso dove, secondo quanto abbiamo potuto appurare, sarebbe in atto un vero e proprio scontro di visioni politiche. Così come testimonia il balletto di comunicati stampa e dichiarazioni al quale abbiamo assistito ieri. Proviamo a riassumerlo. Sono le 15.13 quando le agenzie battono le dichiarazioni di Paolo Grimoldi, che insieme ad Angelo Ciocca è a capo del Comitato Nord. Dopo aver smentito categoricamente l'esistenza di trattative con la Moratti, l'ex deputato è categorico: «La questione politica è chiarita: sosterremo Fontana. Punto». E ancora: «Il modo in cui si concretizzerà questo sostegno, che sia con nostri candidati o con comunicati stampa, lo deciderà Bossi». Passano poco più di due ore e mezza e alle 17.44 spunta un comunicato ufficiale del Comitato Nord di tutt' altro tenore rispetto alle parole di Grimoldi: «Il Comitato prende atto che il presidente Fontana, dopo il divieto del segretario federale Matteo Salvini, non consentirà di entrare in supporto alla coalizione di centrodestra per le prossime elezioni regionali» e in una frase vagamente attribuita a Bossi si dice: «è un errore, un'occasione persa per far valere le istanze dell'Autonomia e le richieste della militanza nordista».
A questo punto però un dubbio sorge spontaneo - e non solo a noi -: ma se il Comitato è una corrente interna alla Lega, per quale motivo avrebbe bisogno del permesso di Salvini per appoggiare la candidatura voluta dalla Lega, partito del quale Comitato Nord è parte integrante?
Il dubbio deve aver colto anche qualcuno all'interno della fronda, visto che alle 18.20 arriva un altro comunicato nel quale si precisa che «il cammino del Comitato Nord proseguirà, dentro la Lega, lungo la strada intrapresa, forte del grande consenso raccolto in pochi mesi».
Telenovela finita? Nemmeno per sogno, perché è evidente che quelle velate minacce «sull'errore» commesso da Fontana non sono piaciute a una parte del Comitato. E allora ecco che alle 18.23 arriva un'ulteriore precisazione che riposta le lancette dell'orologio alle 15.13, ovvero al «Comitato Nord pronto ad appoggiare Fontana» in forme che, si ribadisce nell'agenzia riferendosi a fonti vicine al Senatùr «sarà lo stesso Bossi a definire».
Infine alle 19.18 altro giro di giostra col Comitato a far trapelare che martedì ci sarebbe un «incontro decisivo» tra Comitato Nord e la Lega con Fontana e forse Giancarlo Giorgetti. I diretti interessati, però, non ne sanno nulla. Da Bellerio confermano che le porte del Carroccio sono e resteranno chiuse per chi è stato espulso e che Salvini non ha nessuna intenzione di fare trattative.
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FUTURO INCERTO
Anche perché, al netto della comunicazione farraginosa che certo non ha aiutato, è chiaro che almeno una parte dei ribelli ha davvero accarezzato l'idea di trasferirsi nel Terzo Polo, come testimoniano le dichiarazioni della stessa donna Letizia, di Carlo Calenda e l'inspiegabile silenzio dei capi corrente nei giorni in cui impazzavano le notizie su questa trattativa. E ora? Come detto gli espulsi non verranno reintegrati, ma il vero problema, per il correntino, è che questa vicenda ha avuto come risultato quello di aver allontanato molti simpatizzanti, che a questo punto si chiedono: ma questa operazione serviva davvero per aiutare la Lega o piuttosto era stata orchestrata per garantire rendite?
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